Newsletter / Rassegna stampa
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«Libro scritto per terapia»
“L'acqua e la sete”, il lavoro di Roberto Sanfilippo sul distacco dalla madre
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«Leggere le avventure di John Carter è un tuffo nel passato di quelli veri, di quelli che ti fanno aprire gli occhi su di un mondo ormai sommerso dalla storia che non è Marte, ma il mondo dell’autore e dei lettori della sua epoca: tra le lande marziane, il lettore di oggi viene calato nei panni del lettore dell’epoca, potendo così conoscere e vivere una realtà in cui tante scoperte erano ancora lontane e i valori forse erano diversi (semplicemente diversi, non migliori ne peggiori). Da questo punto di vista la sua lettura è un’esperienza letteraria interessante, forte quanto la lettura di alcuni racconti fantascientifici di Arthur Conan Doyle, creati a partire da presupposti oggi evidentemente completamente sbagliati. In più Burroughs aggiunge alla sua “fantascienza storica sbagliata” un fascino avventuroso e decisamente pulp. Consigliato, soprattutto a chi, capace di soprassedere nella finzione ad alcuni slogan della morale contemporanea, abbia la curiosità di leggere qualcosa da ogni punto di vista diverso.»
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«Una storia che, prendendo in prestito un neologismo in uso soprattutto nel modo cinematografico e delle serie tv, potrebbe essere definita tranquillamente una “faction”: ovvero un sapiente amalgama tra realtà e finzione.»
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