Seregno 23/3/13: Luisa Pianzola
il 23.03.2013
inserito il 16.03.2013
presentazione di "In un paese straniero a volte ospitale" di Luisa Pianzola
SEREGNO
Circolo Culturale Seregn de la memoria
23 marzo 2013 ore 17:30
presentazione di
In un paese straniero a volte ospitale
di Luisa Pianzola
primo libretto d’artista 2013 e cinquantaseiesimo della Collana Fiori di Torchio
curata da Corrado Bagnoli, Piero Marelli e Pierantonio Verga.
Per l’occasione, un'incisione dello scultore Alberto Gianfreda
numerata e firmata sarà inserita nella pubblicazione.
Nella stessa occasione sarà inaugurata la mostra di Alberto Gianfreda
Dove cade l’orizzonte, aperta al pubblico dal 23 marzo al 6 aprile 2013.
Segue cocktail
Circolo Culturale Seregn de la memoria
via Maroncelli, 6
Seregno (Mi) - tel. 0362 327220
www.seregndelamemoria.it
dalla presentazione di Corrado Bagnoli a In un paese straniero a volte ospitale:
(...) C’è come un appello, un’invocazione lanciata dalla realtà, lontana o vicina nel tempo che sia, a cui occorre dare voce con urgenza, a cui occorre guardare lasciandosi ferire e alla cui provocazione la poetessa non si sottrae. Anche se, in questa ricognizione dei luoghi e del tempo, la voce di Luisa Pianzola sembra apparentemente registrare in modo freddo e impersonale tanto la tragedia in cui un popolo intero è accomunato, quanto quella altrettanto insensata della giovane donna la cui vita è stata stroncata da un gesto folle e incomprensibile. In mezzo, la storia di luoghi che una volta potevano vedere radunate persone in grado di pronunciare la parola noi, un destino comune strappato, tagliato via dagli artigli di oscuri traffici e mercati; o ancora la storia di personaggi che, alla fine della loro vita, appaiono nella luce vera della sconfitta: non protagonisti di un’avventura straordinaria, ma tragiche comparse dentro un film anch’esso privo di un comprensibile sviluppo, di un senso anche solo inventato per lo spazio di una sequenza, di una bugia raccontata come un’ombra della felicità. La scrittura di queste vicende - che compongono un’unica grande vicenda apparentemente orfana di un destino - sembra rispondere al desiderio di entrare nelle pieghe del mondo e contemporaneamente sancire una sorta di resa, quasi a confessare l’incapacità di impossessarsi di un qualsiasi suo pur piccolo segreto: il distacco, l’apparente impersonalità, non è però la cifra della scrittura di Luisa Pianzola; piuttosto si deve parlare di un amore che non arretra nemmeno di fronte alla triste e feroce consapevolezza dell’impossibilità di un destino buono per ognuna delle piccole cose che attraversano la vita. E l’ansia di una comprensione anche minima del mondo si trasforma in una precisa trascrizione fenomenologica del dato che si sviluppa in una sintassi sincopata, con frequenti cambi di direzione che, in qualche caso, possono forse disorientare il lettore. (...)
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