Mariangela Di Landro per Carla Spinella su Fatti speciali di gente comune
![]() Fatti speciali di gente comune
|
|
autori: | Carla Spinella |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Recensione del libro di Carla Spinella “Fatti speciali di gente comune” di Mariangela Di Landro .
Ho ricevuto con gioia questa silloge da tempo preannunciata e, quindi, tanto attesa.
Ho apprezzato sempre moltissimo la Carla poetessa, come ho avuto modo di scrivere nelle mie recensioni alle sue opere poetiche. Ovviamente la prosa di una poetessa non poteva che essere ancora più apprezzabile ed esaltante.
Devo premettere che io amo molto la prosa, il romanzo, il racconto, la novella, quando sono scritte bene, ovviamente. E leggere i racconti di Carla mi ha regalato momenti preziosi sia per i contenuti, veramente “speciali”, sia per la scorrevolezza, la musicalità, la ricchezza del linguaggio in cui ogni singola parola ha un significato ben più profondo di quanto non appaia in superficie.
La prima parte della raccolta si riferisce a personaggi della vita di Carla, per me facilmente identificabili, anche perché conosciuti di persona fin dall’adolescenza trascorsa insieme. Quello che stupisce è come queste storie, anche se per me note, abbiano potuto prendere nuova linfa, nuova vita dalla loro traduzione in prosa. Ciò che risulta da un lavoro altamente professionale è di lettura piacevole, ricca, apparentemente semplice, in realtà elaborata e ricercata, che veramente mi ha fatto commuovere.
Dolori incommensurabili si sono trasformati nella prosa di Carla in bellezza, speranza, misericordia, amore, significati profondi che fanno immaginare uno sguardo rivolto verso l’alto e via via impregnato di una luce che nasce da quei temi e ci coinvolge.
Altro tratto interessante è come la poesia di Carla si sia fatta prosa senza perdere gli essenziali connotati poetici: visuali ampie e sconfinate, a largo raggio, realismo lirico, intensità di sentimenti senza sbavature retoriche, che si trasfigurano in immagini di una sintesi immediata, raggelante, ineluttabile. “E fu dolore, silenzio e preghiera[…]. Passarono i mesi e fu straripante dolore, silenzio d'attese e latente follia. Passarono gli anni.
Ed è sempre dolore, silenzio e finzione di vita”.(p.78)
I racconti si snodano con ricchezza di immagini e di particolari e poi, quando ti aspetti scene da tragedia greca, nessuna autocommiserazione, nessun indulgere a sentimentalismi facili ed ovvi, ma una conclusione lapidaria, asciutta e per questo, ancor più significativa e toccante. Leggiamo, per esempio, la conclusione del racconto Una vittoriosa sconfitta: “Roberta è morta il 29 Dicembre 2005”[…]. Era bella, con il volto disteso e atteggiato a un sorriso indecifrabile eppure consolatorio"(p.94). In Storia di una vocazione la morte della madre, dopo un racconto preciso dei patimenti per la malattia, è riassunta così: “Il 2 settembre 1980 il fatto, a lungo paventato[…], si verificò”.(p.99) Anche nei racconti, in cui la vicenda si svolge esternamente alla famiglia, la conclusione è tanto più efficace quanto più stringata. In L'azione straordinaria: «Peccato», disse con rammarico." E fu la sua ultima parola".(p.156)
Quanta forza di volontà, quanta passione, quanta determinazione in questa tenace, piccola donna che, nonostante le non poche tragedie familiari, con dolore e sacrificio ma anche con impossibili speranze, continua a portare avanti la sua "missione": "scrivere, scrivere, scrivere, affinché resti un segno" di un vissuto straziante, trasferito in raffinate poesie e nobili prose.