Alessandro Trentadue su R.it Parma per Maria Pia Quintavalla con «Vitae»
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autori: | Maria Pia Quintavalla |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Dalla poesia alla prosa, il nuovo libro di Maria Pia Quintavalla
La poetessa parmigiana presenta il suo ultimo libro di racconti. "C’è una vera biografia, come sono storie vere, tutte le altre". La presentazione martedì 7 marzo alla Feltrinelli
Dalla poesia alla prosa. Dopo nove libri di poesia Maria Pia Quintavalla presenta il suo nuovo libro di racconti: Vitae. Un volume che presenterà martedì 7 marzo 2017 alle 18 all Feltrinelli di via Farini. Segno che il legame della poetessa parmigiana - che da oltre trent'anni vive a Milano (dove, tra le altre cose ha ideato "Donne in poesia”, festival nazionale che negli anni si è sviluppato in reading, antologie, interviste e seminari, ristampe, per la divulgazione della poesia femminile, e dove collabora a riviste letterarie e conduce laboratori di scrittura all’università degli studi) - con la sua città natale non è mai cessato. "Una relazione amorosa con la mia terra ma anche di molta presenza e collaborazioni con Parma", la definisce lei presentando il suo ultimo lavoro, introdotto dalla copertina di Giosetta Fioroni ("I tre bambini", l'opera).
"Andare passeggiando entro gli anni della propria vita, lo sa fare un diario, il narrare, il prosieguo della prosa. Quando si va a capo, con la poesia, si rendono anche stacchi e silenzi, si conchiude, e i frammenti sono liberi o meno di tessersi in immagine o micropoemi. È già stato fatto, in quella tensione all’opera nei miei nove libri di poesia.", racconta oggi Maria Pia Quintavalla.
In 30 anni la poetessa parmigiana ha scritto dieci libri molto ben collocati sul nazionale. Tra le pubblicazioni, Cantare semplice (1984); Lettere giovani (1990); Il Cantare (1991); Le Moradas (1996); Estranea (canzone) (2000); Corpus solum (2002); Album feriale (2005); Selected Poems (2008); China (2010); I Compianti (2013). Tra le antologie: Trent’anni di Novecento, a cura di Alberto Bertoni (2005). Numerosi premi e riconoscimenti: è stata più volte finalista al Premio Viareggio. Dal 1985 ha curato la rassegna Donne in poesia e le omonime antologie (1988, 1992) nonché la rubrica di ricerca e proposte ristampa autrici del Novecento "Le Silenziose".
"Qui: a cominciare da un cuore sconosciuto, l’io sparisce e riaffiora. C’è una vera biografia, come sono storie vere, tutte le altre", prosegue parlando del suo Vitae. "Poi: documenti, da luoghi e tempi; i ritratti di poeti amati e conosciuti e una sezione da China in prosa. Importante sia che le visioni e i racconti più classici, dalla volontà di precisione all’afflato, a volte metafisico, a volte irriverenti, lascino affiorare la grazia che la prosa persegue, e consente, medium di un viaggio che auguro intrigante".
"Siamo di fronte ad un libro composito che non soffre comunque di fronte ad un possibile disegno di romanzo vissuto e di formazione, dove i due termini si sovrappongono perfettamente. Maria Pia Quintavalla giunge ai termini della propria storia con lo sparire e il riaffiorare dei ricordi, in un’atmosfera autobiografica che, se da un lato ricorda certe pagine di Anna Maria Ortese, dall’altra governa una scompigliata e irrefrenabile vena poetica, risucchiante il diario e gli amori vissuti (quelli letterari e non letterari), i viaggi e le soste, i desideri, una profonda e consapevole voluttà di vivere e di viversi, i rapporti familiari e infine una segreta pietà verso cose, luoghi e persone che il passare degli anni ha rivitalizzato fino alla fiamma dell’identificazione intera", scrive nella sua prefazione Giuseppe Marchetti, che martedì 7 marzo presenterà il volume alla Feltrinelli insieme a Stefania Provinciali.
"Una vita intensa, quella di Maria Pia, già così ampiamente documentata sul versante poetico, persino, a tratti, invasata da una contemplazione furiosa, se è vero che 'Troppo genio, mi dicevano le amiche, e io per svincolarmi e mostrare che non ero soggiogata, mi ribellavo a parole, e nei fatti, iniziando una serie di contenziosi con lui per scagionarmi dell’essere già rapita, e imbambolata dall’amore'. Ecco: il centro delle varie vicende sta in questa parola magica che accompagna l’autrice lungo tutto il corso del libro, cioè della confessione: dal ghetto di Colorno a Milano, da Parma a Milano, da Napoli ancora a Parma e alla sua provincia", prosegue il critico nel presentare Vitae.
"Andare e tornare, quindi, che tesse un fitto velo di Penelope fatto e disfatto dentro lo stringente e intrigante struttura della poesia, dei posti e dei personaggi, Poiché questo libro è fatto di personaggi veri, anzi verissimi - analizza Marchetti - il padre, la madre, i giovani amati, lasciati e ritrovati, i poeti soprattutto (uomini e donne) amici e nemici allo stesso tempo, fidenti e diffidenti, appassionati e indifferenti. Un 'tutto' che precipita sul lettore occupandone ogni interesse, ora favola, ora esaltazione, ora rimpianto, ora irrazionale furore che si snoda dentro la storia degli ultimi decenni, libro di memoria che illumina il presente riconducendolo alla sua vera realtà: la 'vita di una donna' ".
(alessandro trentadue)