L’immagine di una madre che abbraccia il figlio al parco di Canonica. Un momento così semplice e toccante che finisce nella copertina di un libro. Una storia che incrocia però non solo petali di gioia ma anche spine dolorose che affossano le radici nell’autismo, parola che oggi si fa fatica ad accettare e convivere. È la storia di Benedetta e Niccolò, madre e figlio, che da Certaldo in un libro raccontano questa avventura dove, accettando tutti i problemi legati all’autismo, si può, grazie a mirate terapie, migliorare la vita di un ragazzo di 8 anni. Un messaggio di amore e speranza che è stato raccolto in un libro, firmato da Giorgio Bernard e disponibile in tutte le librerie.
Non è facile scrivere una storia del genere, dallo scrittore Giorgio, fino al giornalista che sta imbastendo il pezzo. Si entra infatti a pieno contatto in una sfera personale e privata dove una madre apre le porte del suo cuore e della vita nel raccontare il suo ruolo di mamma con il piccolo Niccolò.
Un bambino stupendo, con i capelli biondi come il grano e due occhi dolcissimi, scuri e profondi – recita un verso del libro.
Poi passati i due anni di vita, con una festa di compleanno assieme a tutti gli amici, il sorriso di Niccolò ha cominciato a spegnersi, passando da una voce frizzante a un silenzio in cui si è chiuso. Lui – prosegue il libro – tiene la testa appoggiata contro il vetro, ma non dà l’impressione di accorgersi di niente; lo sguardo spento, svuotato, le braccia rigide accostate ai fianchi.
Adesso, dopo tante battaglie e terapie, Niccolò sorride. Ha degli amici e pur restando l’autismo, non si può non notare i suoi progressi. Unici ed indimenticabili, grazie all’aiuto di esperti che di fatto hanno colorato una vita che sembrava destinata a una ombra che si rifletteva con il bianco e nero.
Tutto comincia dalla neuropsichiatra infantile, la dottoressa Cinzia Pieraccini, che durante un momento di svago con Giorgio Bernard, girovago fra Milano, il Regno Unito e adesso Livorno, si scambiano le loro esperienze sul piccolo Niccolò. Così da una corsa in riva al mare che matura l’idea di scrivere un libro che dal 2015 ad oggi è stato e adesso ha preso forma uno dei sogni di Benedetta.
Il libro racconta la vita di Niccolò fino ai 6 anni ma ora, come già accennato, il biondo ragazzo certaldese frequenta le elementari. Sorride, ha amici ed è uno studente, come tutti noi siamo stati in passato.
Il libro si trova in tutte le librerie, a cominciare dall’editore La Vita Felice e online lo trovate con un piccolo sconto: Amazon, Ibs, Mondadori e Feltrinelli per citarne alcuni
“Non è facile convivere con i problemi legati all’autismo – spiega la madre Benedetta – la mia vita all’inizio si è fatta molto dura, talmente tanto da non voler più uscire di casa”. Poi la capacità di trovare le terapie giuste che hanno consentito al piccolo Niccolò di affrontare una riabilitazione e una crescita oltre che motoria anche comportamentale.
Il messaggio che arriva da questo libro è capire come da un caso grave quale era, grazie al lavoro di squadra, si è riusciti a risollevare le sorti di un bimbo e di una famiglia, già baciati dalla fortuna con un’altra gioia della vita come la piccola Ginevra.
Un aiuto di squadra che ha trovato la collaborazione anche di privati, come il dottor Granchi che per 2 anni, prima a casa e poi a scuola, ha seguito da vicino i comportamenti di Niccolò. Per la parte motoria un ruolo importante lo ha giocato la neuro psicomotricista Arianna Bella.
La presentazione del libro avverrà sabato 8 aprile a Certaldo al cinema Multisala Boccaccio alle 10.30 per poi bissare domenica 9 alle 17 agli Agostiniani a Empoli.
“Uno stile romanzato asciutto e stringato, dal taglio quasi cinematografico, dove ho mantenuto l’unicità di questa storia. Si tratta per me del primo romanzo di questo genere che mi ha consentito di avvicinarmi e vivere un percorso molto difficile” spiega Giorgio Bernard
Questa storia ci insegna che nella vita occorre mai non perdere la speranza. Il motore della nostra vita che ci accompagna quotidianamente in un percorso pieno di ostacoli, dove noi abbiamo il timone. Un momento, un abbraccio fra una madre e un figlio, insieme per superare le difficoltà. Un attimo per sognare ed immaginare, di fronte all’orizzonte del parco di Canonica, come ha saputo ben raccontare Margherita Tramutoli.
Forse alcune storie sono complicate e difficili da scrivere, vanno vissute sulla propria pelle per poter capire.
Oggi con questa testimonianza arriva dritto al cuore e alla mente un messaggio semplice e limpido: non mollare di fronte alle avversità della vita, talvolta un cielo plumbeo è il risultato della tenacia e della capacità di sorridere.
dal blog di Certaldo