Cesare Lombroso: Il ciclismo nel delitto
![]() Il ciclismo nel delitto
|
|
autori: | Cesare Lombroso |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Nel saggio che qui presentiamo, uscito sulla «Nuova Antologia» nel 1900, l’autore dell’Uomo delinquente argomenta con dovizia di particolari la pericolosità sociale della bicicletta. Essa infatti aumenta le cifre e le cause della criminalità; agevola le fughe e gli alibi di coloro che violano la legge; è motivo frequentissimo di furto e di appropriazioni indebite; può infine condurre anche all’omicidio. Pure legandola alle attività criminali, però, Lombroso non può mancare di sottolineare nell’ultima parte di questo breve scritto anche le qualità indiscutibili della bicicletta. Concludendo, egli infatti, scrive: «E se una satira arguta ha voluto mostrarci il cicloanthropos dell’avvenire come curvo, colle braccia atrofiche, e la schiena gibbosa, io amo invece poter dire che il cicloanthropos del secolo Ventesimo soffrirà meno di nervi, sarà più robusto di muscoli dell’uomo del secolo ora trascorso. E così certamente per uno o due mali che il biciclo ci provoca, saranno dieci i beni che ci recherà in dono».
«Certo è che molti giovani, per lo più della buona società, dotati o fiduciosi di esser dotati di una grande forza muscolare e mossi da una grande vanità di farsi presto una strada nel mondo, di superare senza aver veri meriti gli altri, che è una delle tendenze maggiori dei nostri tempi (e più nei giovani delinquenti); non essendo abbastanza ricchi per avere un biciclo costoso che li conduca ai trionfi ciclistici commettono un furto, e perfino una grassazione con omicidio, per poter raggiungere la desiderata gloria atletica e sportiva.»