dal sito hdtvone.tv -Presentazione del Libro di Manuela Minelli
![]() Femmine che mai vorreste come amiche
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autori: | Manuela Minelli |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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domenica 16 marzo 2014 dal sito hdtvone.tv
“Femmine che mai vorreste come amiche” – Ed. La Vita Felice – Presentazione del Libro di Manuela Minelli alla Libreria Arion di via Cavour a Roma
Forse mai come prima d’ora, nei vari TG, più o meno di parte, è immancabile la notizia di un qualche efferato atto di violenza nei confronti di una Donna. L’unica differenza, se di differenza si può parlare è il tipo di “relazione” che, unisce, si, unisce perché il termine lega, per me, ha il sapore, amaro, di “proprietà” che mal si addice ai protagonisti di una relazione. Può essere, e la classifica è rigorosamente stilata in ordine di età, la fidanzatina, la compagna, la moglie, non fa alcuna differenza, ammesso che ne possa esistere una che abbia un senso; non esiste distinzione e comunque sia, sempre di genere femminile si tratta.
Ma forse, mai come ora, è giunta a maturazione la consapevolezza di genere, no che non sia mai esistita, solo che ora, e più di prima, quella voce sommessa ha trovato nella cassa di risonanza dell’indignazione pubblica, la corretta amplificazione di cui aveva bisogno.
Se ci soffermiamo solo un istante e riflettiamo su questo, forse ci torna alla mente un caso, al quale, oltre oceano, ed oltre oggettivamente, è stata data un’enfasi mai concessa prima ad un’azione, oggettivamente violenta, ed alla quale sinceramente non mi è possibile dare una giustificazione razionale in quanto aborro la violenza in ogni sua forma, ma che, da Donna, posso provare ad interpretare.
Mi riferisco a Lorena Gallo, anche se forse sarebbe più corretto dire Lorena Bobbit, visto l’usanza tutta Americana, per le donne sposate, di sostituire il loro cognome da nubili con quello del consorte. (A me pare anche questo un qualcosa che ha attinenza con la proprietà, ma passiamo oltre, non mi voglio dilungare troppo su questo argomento). Ebbene, Lorena decise, la sera del 23 Giugno del 1993, che ne aveva abbastanza, a torto o a ragione, dei comportamenti del marito e mise in atto il suo piano di vendetta.
Al di là di chi avesse torto o ragione, ammesso che esista questa differenza in questa specifica situazione, salta subito agli occhi l’efferatezza dell’azione, al di là dell’appendice che ne fece le spese.
Ebbene, su basi, come quelle appena descritte, si dipanano le storie delle 15 “Femmine” di cui si parla nell’ultima fatica letteraria di Manuela Minelli.
Potrebbe suonare strano il termine “Femmine”, ma in realtà così non è. Il sostantivo ha la sua ragione di esistere proprio perché del mondo al femminile, a tutto tondo, in almeno dei due sui tre regni possibili, Animale e Vegetale, si prova a scandagliare.
Farà sicuramente riflettere, a tratti, forse, anche ridere, potrebbe fare, in alcuni passaggi, anche annacquare gli occhi per l’intensità e la vividezza della descrizione, ma, quel che è certo, non potrà lasciare indifferenti.
Un buon libro.
Mi sono chiesta, a più riprese, cosa renda quello che è contenuto fra la prima e la quarta di copertina meritevole di essere letto, quale sia la ragione, il motivo, la ratio per definire questo, piuttosto che quello, “un buon libro”.
La risposta che mi sono data non è l’essere umano che ha sprecato cellulosa ed inchiostro, ma un altro tipo di essere umano, colui o colei che hanno saputo, o voluto, mettere la loro anima a nudo, la hanno poggiata sul piano, parallelo al pavimento il più delle volte, davanti a loro e con lei hanno dialogato, discusso, litigato, ragionato, magari fino a notte fonda, per descriverne i più intimi e reconditi contenuti.
Ecco, per cogliere appieno tutte le mille sfumature di questo libro, forse, la cosa migliore, è parlare direttamente con la sua Autrice: Manuela Minelli.
Ho avuto il piacere di conoscerla in occasione di un’altra rassegna letteraria da lei ideata, guarda caso tutta al Femminile già dal nome “Donne con la Penna” e proprio da lì ha avuto inizio la nostra amicizia.
Un’amicizia sincera, schietta, lineare, aggettivi che da soli basterebbero a descrivere Manuela Minelli, ma lei va ben al di là di queste, semplici, omologazioni.
Intervistandola, mi è capitato di chiederle “Chi è Manuela Minelli?”, e la risposta è stata semplicemente una sequenza di sostantivi, che, più che fare, la definiscono come persona.
Donna, Moglie, Amante, Madre, Lavoratrice, Gattara tanto per citarne solo alcuni che, a prima vista, per la maggior parte di noi risulterebbero essere già troppi.
Ma Manuela va oltre, ama anche scrivere, quando può, quando pur non avendone il tempo sacrifica il sonno per incedere in questa sua passione.
Manuela, la mia amica Manuela, è una Donna poliedrica, amabile ed impegnata e dal suo ultimo libro, a mio avviso, questo suo essere traspare tutto.
“Femmine che mai vorreste come amiche” edito da “La vita felice”
È un libro da leggere, rileggere, lasciar decantare, posarlo, osservarlo e poi afferrarlo per leggerlo ancora, dimenticarlo per poi riprenderlo tanta è la forza emotiva che trasmette.
Un libro nuovo che, ad ogni approccio, sa stimolare la riflessione ed il lavoro sulle mille sfaccettature della natura femminile; natura creativa e potente, ormai dimenticata.
Gli archetipi junghiani e la metafora sono strumenti molto potenti per scuotere il fondo oscuro di ogni donna.
Un libro che non in ogni momento si è disposti e pronti ad affrontare, ha bisogno del suo tempo e del suo spazio (mentale e spirituale).
Un libro che come pochi altri è in grado di prenderti per mano e accarezzarti l’anima, un libro per riflettere, un libro per prendere le distanze, un libro per imparare ad ascoltarsi e viversi
Questo libro scava dentro la nostra interiorità fino a scalzare, e a mettere a nudo, le nostre paure più profonde e inconsce. Prende per mano il lettore per accompagnarlo nel viaggio all’interno delle nostre paure, spesso sconosciute e, proprio per questo, molto potenti. Un libro Illuminante.
Va detto però che, questo libro, questo romanzo, è frutto di pura fantasia, ma, non di meno, affonda le sue radici e trae la sua linfa ispiratrice, nelle degenerazioni quotidiane con le quali, purtroppo, una parte di noi è costretta a confrontarsi giornalmente; due dei più odiosi mali che questa nostra società bacata sia stata in grado di concepire: lo stalking e, qualora possibile, la sua versione più odiosa, la violenza di genere. Combatterli non è facile; non basta una storia come quella che troverete nelle pagine di questo libro per vincerli ed estirparli in maniera definitiva. Una cosa, però, è certa. Non è di certo il silenzio, suggerito dalla paura di parlarne, la soluzione da adottare.
Nonostante la società civile, che a volte, e troppo spesso, è costretta a fare le veci delle istituzioni, si prodighi, attraverso l’associazionismo, per l’ottenimento di leggi, ad hoc, per la tutela delle vittime, nonostante la mole degli sforzi promulgati risulta sempre essere insufficiente. È sicuramente giunta l’ora di smettere gli stantii panni da vittima che questa società ci ha imposto. L’inverno è alle nostre spalle, la Primavera bussa già insistentemente alle nostre porte, quello che ci si chiede di fare è un cambio di stagione metaforico, vestiamo i nostri, comodi, panni da Donna, da Madre, da Amante, da Moglie, da Compagna, da Fidanzata e smettiamola di interpretare il ruolo, forzatamente assegnatoci e, per altro, mai richiesto, di vittime sacrificali all’altare del maschilismo più bieco. Come in una clessidra che lentamente abbia fatto scorrere attraverso il suo stretto pertugio mediano tutti gli innumerevoli granelli di silice che conteneva la semi ampolla superiore, è giunto il momento di girare quella clessidra e di dare una visione diversa del Mondo, basata, molto semplicemente, sul rispetto fra i generi.
Dalle pagine di quest’ ultimo lavoro di Manuela Minelli, si eleva alto, forte, chiaro ed inconfondibile il grido “NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE! NO ALLO STALKING!” perché basta davvero molto poco per rimanerne vittime inestricabilmente invischiate tra le sue asfissianti maglie, ma così non è, purtroppo, per uscirne illese!
Michela Cossidente