Francesco Bennardo per «Andavo per nuvole e onde»
![]() Andavo per nuvole e onde
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autori: | Barbarah Guglielmana, Anna Venturini |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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«Le poesie che Barbarah Guglielmana e Anna Venturini inseriscono nella loro raccolta Andavo per nuvole e onde sono diciotto e, forse, non è un caso: questa silloge, ormai maggiorenne, è divenuta uno spartito musicale in cui i versi sono il pentagramma e le rime note, in un crescendo di armonie e suoni che sembrano generati da corde, tasti ed ottoni. E, come si conviene in un’Opera, le dosi sapientemente miscelate di colori, sensazioni ed azioni ne fanno capolavoro. La musica è soave, delicata, rilassante; i testi sono di una semplicità a volte spiazzante, ma – forse, proprio per questo – capaci di rappresentare la risonanza intima delle emozioni che si scoprono riflettendo su se stessi nel “viaggio quotidiano” in cui le due poetesse ci accompagnano.
Serene come le nuvole e al tempo stesso irruente come le onde (il lettore appassionato di Poesia avrà notato, in quest’ultime parole, un riferimento non casuale a Odysseas Elytīs): così possono essere definite le poesie di Barbarah e Anna. Liriche genuine colme di garbo e leggere come la fantasia che si lascia trasportare dentro agli occhi, facendoci praticamente vedere tutte le immagini fisiche e psichiche evocate dalle autrici. Senza confini di spazio e di tempo, il sentimento vive riempiendo le anime, mentre gli attimi di vita svaniscono come lancette d’orologio diventando ricordi indelebili. Belli anche gli inserti fotografici che corredano il testo e azzeccate le loro associazioni con i versi, che regalano varie sfumature di un animo solare che illumina tutte le esperienze, belle o brutte, che racconta («l’orgasmo della vita», direbbero le nostre).
Così come la spuma del mare si abbatte, dolcemente ma inesorabilmente, nel faro raffigurato in copertina, anche le poesie di Barbarah e Anna faranno la stessa cosa sulla sensibilità del lettore che avrà l’accortezza di leggerle. Perchè questi componimenti genuini, spontanei e frizzanti meritano di essere letti».
Recensione di Francesco Bennardo