Lecco online 7.3.15: presentato il libro sulle dipendenze di Giovanna Rotondo
24.06.2015
Non è colpa di Pandora
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autori: | Giovanna Rotondo |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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"Ragazzi che rubano ai loro genitori per comprare la droga, pensionati che depauperano le loro risorse con il gioco d'azzardo, persone che si perdono dentro un bicchiere di vino vinte dai loro fallimenti. E le loro famiglie?"
Giovanna Rotondo, lecchese, esperta di disagio giovanile, ha presentato ieri il suo nuovo libro "Non é colpa di Pandora" in un incontro promosso da Appello per Lecco, dove si è parlato di un tema tanto delicato quanto attuale, quello delle dipendenze. Un argomento che l'autrice ha saputo raccontare in modo vivace e coinvolgente in un saggio diviso in racconti.
Gianfranco Scotti, Corrado Valsecchi, Giovanna Rotondo, Giuseppe Leone
A parlarne alla conferenza di presentazione del libro, insieme all'autrice e al padrone di casa, Corrado Valsecchi di Appello per Lecco, erano presenti Giuseppe Leone, saggista e critico letterario, Gianfranco Scotti che ha letto alcuni brani tratti del libro, l'assessore ai servizi sociali Ivano Donato e la dott.ssa Damaris Rovida del Sert."Un testo vivo e vivace, che dá voce al disagio e alle fatiche delle persone che sono costrette, loro malgrado, a convivere con la dipendenza di un famigliare" ha commentato Giuseppe Leone. Il libro parla appunto di famigliari che s'incontrano in una terapia di gruppo (Gimof), coordinata da personale specializzato, per essere supportati e aiutati a non fare "il muro di gomma", in presenza della dipendenza di un figlio, di un genitore o di un familiare.
Il testo, diviso in racconti, alcuni molto dialogati, descrive i diversi personaggi e li accompagna lungo una parte del percorso terapeutico. Si parla di dipendenze con o senza sostanze: alcolismo, gioco d'azzardo e altro. "Non è un'opera specialistica, si rivolge a tutti, con un linguaggio comprensibile e coinvolgente. È un libro che mancava, perchè va a colmare un vuoto" ha spiegato il critico letterario.
Giovanna Rotondo
Il libro è dunque uno strumento di riflessione, che parla di sofferenza e vittime. Non ci sono colpevoli, le dipendenze sono da considerarsi come vere e proprie malattie. Da qui infatti il titolo del testo: "Non è colpa di Pandora"."Sono molto commossa" ha esordito l'autrice di fronte al numeroso pubblico presente in sala. "Non sono una specialista, né di dipendenze né di sostanze, ma le ho viste usare e talvolta subire. Tuttavia, ho imparato molto. Mi sono chiesta molte volte se fosse possibile uscire dalla dipendenza. Oltre al disagio, c'è sempre una grande sofferenza della famiglia. Anche quando le persone riescono a portare in terapia un famigliare, continuano ad avere bisogno di aiuto, perchè ci vuole tempo, pazienza e fermezza". Il percorso a cui fa riferimento la scrittrice è il già citato gimof (Gruppo Informativo Motivazionale per i Famigliari). Si tratta di un percorso di terapia di gruppo per aiutare e sostenere i famigliari dei pazienti in cura per sostanze che creano dipendenza. Qui si incontrano persone con problemi simili, e insieme si cercano risposte. "È un percorso duro, ma che dà molto. La disperazione iniziale, piano piano si trasforma in speranza" ha spiegato Giovanna Rotondo.
Il messaggio forse più importante che traspare dalle parole dell'autrice, è quindi quello del recupero del danno: " i momenti più drammatici si possono recuperare e trasformare in rinascita. Bisogna recuperare qualsiasi cosa faccia soffrire e trasformarla".
È un testo quindi che offre una serie di riflessioni su tutte quante le dipendenze, sebbene tratti per lo più il tema dell'alcool e della ludopatia, le cosiddette "droghe legali".
Come ricordato anche dagli altri ospiti intervenuti alla conferenza, le dipendenze da alcool, e soprattutto da gioco d'azzardo, sono troppo spesso sottovalutate. "La ludopatia, va trattata come qualsiasi altra dipendenza, in quanto si tratta di una malattia vera e propria. Fortunatamente oggi, questo tipo di problematica può essere curato al Sert, come una qualsiasi dipendenza" ha spiegato la dott.ssa Damaris Rovida del Sert.
"Il comune di Lecco" ha infine aggiunto l'assessore Ivano Donato, "è stato uno dei primi comuni ad essersi occupato di ludopatia. Attraverso alcune ordinanze siamo riusciti a limitare l'uso di slot machine, con ottimi risultati". Questo a dimostrazione del fatto che, come spesso accade, la prevenzione occupa un ruolo fondamentale, soprattutto se fatta attraverso un lavoro di rete, con istituzioni e associazioni.