Luciano Rossi per Mariele Rosina su Il burattinaio
![]() Il burattinaio
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autori: | Mariele Rosina |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Ho lasciato passare qualche giorno dopo aver terminato la lettura de "Il burattino". Come è mia abitudine, quando un testo mi è piaciuto, lascio che le tante percezioni avute ritornino prima del sonno.
E, lentamente, queste tornano così, rileggendo l'analisi del risvolto di copertina, si precisa quel filo conduttore che condivido.
Veniamo però al "dunque", ma da lettore: infatti la lettura è stata gradevolissima.
Il primo racconto Non domandarmi chi sono, introdotto dalla figura e dal ricordo di nonna Emma, possiede un linguaggio di piena efficacia negli episodi, nei personaggi, nei sentimenti espressi, nei comportamenti e si sviluppa armonicamente fino ad assumere la dimensione di una saga familiare vissuta o assimilata dai racconti dei più anziani. Potrebbe anche diventarlo.
L'intercalare di dialoghi in milanese sono snelli e spontanei e il ringraziamento al poeta Franco Loi, che ben conosco, è significativo. Quando gli chiesi di dirmi il percorso che lo ha portato all'utilizzo di un dialetto che aveva appreso studiandolo e praticandolo, mi disse che nella sua poesia ha utilizzato i suoni delle parole in milanese prima e più che il loro significato, il ritmo intrinseco ottenibile più che la metrica dei versi che dovevano restare sciolti come la metrica della risacca sulla spiaggia, come un fluire di sensazioni uditive.
È proprio vero ciò che afferma Pirandello quando sostiene che è difficile scrivere e vivere contemporaneamente, ma che è quasi impossibile scrivere senza aver vissuto!
Il libro continua con Questi cari fantasmi chiuso dai versi "La schiena piegata, parallela alla terra... " , che prosegue il filo autobiografico, e coi i racconti successivi di vicende di fantasia come Il ritorno di Robin Hood, Morte cerebrale, La vera storia dell'albero di natale, Gli angeli eil bellissimo Il concerto dove "la casa di Roberta si riempì di girasoli" come fossero improvvisamente fioriti, per annunciare i versi di "Bianca sull'acqua dilaga la luna..." uno stupendo endecasillabo.
Ma sopratutto mi ha colpito l'ultimo racconto, da cui prende il nome il volume, che si collega all'introduzione: bellissimo, caratterizzato da uno scrivere diverso e impeccabile nella sua semplicità perché, nonostante le difficoltà che abbiamo nel diffondere il nostro scrivere, continueremo a farlo, anche inserendo versi nelle nostre storie. Infatti se è vero che si scrive ciò che si vorrebbe leggere è anche vero il contrario quando un testo interpreta esattamente il nostro pensiero tanto da desiderare di averlo scritto noi.
Luciano Rossi
Professore, poeta, scrittore di racconti e testi teatrali