Novità editoriale: Oscar Wilde - Aforismi e citazioni
![]() Aforismi e citazioni
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autori: | Oscar Wilde |
formato: | Libro |
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Volume a cura di Franco Venturi con un saggio di James Joyce; traduzione di Cesare Ferrari; testo a fronte in inglese.
Apostolo dell’estetismo di Ruskin e di Pater, squisito imitatore dei melodiosi preziosismi di Gautier (ma anche di Hugo, Flaubert e Huysmans), Oscar Wilde ancora oggi incanta e conquista soprattutto per il prodigioso scintillio della sua prosa, specie lì dove si fa paradossale ironia nel ritrarre spietatamente la società del suo tempo.
Dal saggio di James Joyce- Articolo apparso sul «Piccolo della Sera» di Trieste il 24 marzo 1909 e scritto in italiano dall’autore.
La vita pubblica di Oscar Wilde si aperse all’Università di Oxford ove, all’epoca della sua immatricolazione, un solenne professore di nome Ruskin, conduceva uno stuolo di efèbi anglosassoni verso la terra promessa della società avvenire, dietro una carriola.
Il temperamento suscettibile di sua madre riviveva nel giovane; ed egli risolse di mettere in pratica, cominciando da se stesso, una teoria di bellezza in parte derivata dai libri di Pater e di Ruskin ed in parte originale. Sfidando le beffe del pubblico proclamò e praticò la riforma estetica del vestito e della casa. […]intorno a lui andava formandosi la leggenda fantastica dell’apostolo del bello. Il suo nome evocava alla mente del pubblico un’idea vaga di sfumature delicate, di vita illeggiadrita di fiori: il culto del girasole, il suo fiore prediletto, si propagò fra gli oziosi ed il popolo minuto udì narrare del suo famoso bastone d’avorio candido luccicante di turchesi e della acconciatura neroniana dei suoi capelli.
Sparse il suo oro fra una sequela di amici indegni. Ogni mattina acquistò due fiori costosi, uno per sé, l’altro per il suo cocchiere; e persino il giorno del suo processo clamoroso si fece condurre al tribunale nella sua carrozza a due cavalli col cocchiere vestito di gala e collo staffiere incipriato.
La sua caduta fu salutata da un urlo di gioia puritana. Alla notizia della sua condanna la folla popolare, radunata dinanzi al tribunale, si mise a ballare una pavana sulla strada melmosa. I redattori dei giornali furono ammessi all’ispettorato ed, attraverso la finestrina della sua cella, poterono pascersi dello spettacolo della sua vergogna. Strisce bianche coprirono il suo nome sugli albi teatrali; i suoi amici lo abbandonarono; i suoi manoscritti furono rubati mentre egli, in prigione, scontava la pena inflittagli di due anni di lavori forzati. Sua madre morì sotto un nome d’infamia: sua moglie morì. Fu dichiarato in istato di fallimento, i suoi effetti furono venduti all’asta, i suoi figli gli furono tolti. […]La sua maggior colpa era quella di aver provocato uno scandalo in Inghilterra […]Le lettere di Wilde ai suoi amici furono lette dinanzi alla Corte ed il loro autore venne denunziato come un degenerato, ossessionato da pervertimenti erotici.
Massime e norme di vita ad uso dei giovani
Il primo dovere nella vita e di rendersi il più artificiali possibile. Nessuno ha ancora scoperto quale sia il secondo.
La depravazione e un mito ideato dalla gente perbene per descrivere la singolare attrattiva degli altri.
Se i poveri avessero solo l’apparenza non sarebbe difficile risolvere il problema della povertà.
Poche massime per l’istruzione degli eccessivamente educati
L’opinione pubblica esiste soltanto quando non ci sono idee.
L’amicizia e molto più tragica dell’amore. E dura più a lungo.
L’Arte è l’unica cosa seria del mondo. E l’artista è l’unica persona a non essere mai seria.
Aforismi vari
Il mistero dell’amore e superiore a quello della morte.
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese.
Le donne, come qualcuno afferma, amano con le loro orecchie, proprio come gli uomini amano con gli occhi, sempre ammesso che questi ultimi amino per davvero.