Novità letteratura: La torre di Montaigne
![]() La torre di Montaigne
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autori: | Michel de Montaigne |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Le sentenze iscritte sulle travi della biblioteca; presentazione di Armando Torno;
testo originale a fronte
A poco meno di un centinaio di chilometri da Bordeaux, tra Castillon e Bergerac, immerso in una natura intatta che sembra tolta da una stampa cinquecentesca e prestata al mondo, si trova il castello di Montaigne. La “terra nobile” che lo accoglie offre ancora paesaggi non violati dall’uomo: filari di viti che se ne stanno ordinati da secoli, orizzonti che sono fatti di verde, viottoli che si perdono nelle vigne. Qui nacque, l’ultimo giorno di febbraio del 1533, Michel Eyquem.
Dell’antico maniero, dopo un incendio ottocentesco, è rimasta soltanto una torre. Ma non è un frammento insignificante, perché in essa c’è quanto occorre per conoscere Michel de Montaigne. È un torrione rotondo, dove si possono ancora visitare la cappella, la camera da letto e il locale adibito a biblioteca. Sono tre spazi posti uno sopra l’altro. Il luogo della preghiera, dove era anche celebrata la messa, è collegato a quello del riposo da un pertugio che non consente il transito di persone ma permette a parole e orazioni di essere udite nel locale sovrastante. La parte alta della torre, invece, è isolata.
Quello studio, quell’antica biblioteca senza più i libri del filosofo, si raggiunge con la medesima scala, ma sembra qualcosa a sé. Solitaria, raccolta, permeata di un silenzio quasi irreale, la stanza ha finestre che si aprono in ogni direzione e consentono di utilizzare, sino alle ultime possibilità, la luce del giorno. E il mondo che da esse si osserva è una sinfonia di verde: vigneti, boschi, sentieri, campi, filari, cespugli.
In questo studio, o biblioteca che dir si voglia, Montaigne si ritira a scrivere. Nascono tra queste pareti gli Essais. Nel gabinetto attiguo al locale, il pensatore fa riportare sul muro i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare cariche e impieghi. È una scritta di fattura modesta ma racchiude un impegno solenne: qui in calma e sicurezza egli asserisce di voler trascorrere i giorni “che gli restano da vivere”. Forse per dare vita a un’ideale continuità tra gli intenti e i principi da ricordare, il padrone di casa fa anche incidere sulle travi della biblioteca una serie di sentenze. Sono poco meno di una sessantina e, dopo il recente restauro, si presentano leggibili. Racchiudono l’essenza della cultura di Montaigne, le sue coordinate, i veri riferimenti ridotti a una linea.
dalla presentazione di Armando Torno
Dio ha dato all’uomo il desiderio di conoscenza
per torturarlo.
Il vento gonfia gli otri vuoti, la superbia
gli uomini dissennati.
Hai mai veduto un uomo che si crede sapiente?
Più di lui avrà speranza colui che non sa nulla.
Poiché ignori come l’anima è unita al corpo,
non conosci l’opera di Dio.