Un romanzo per non dimenticare l'orrore di Srebrenica
![]() La bella Italia
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autori: | Roberto Burchielli |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Un romanzo per non dimenticare l'orrore di Srebrenica
Intervista a Roberto Burchielli autore di "La bella Italia, vent'anni dopo Srebrenica"
Roberto Burchielli, regista di cinema e televisione, che ha trattato spesso argomenti di attualità come la lotta allo spaccio di stupefacenti o l’immigrazione, presenta il suo libro “La bella Italia, vent’anni dopo Srebrenica”.
Come è nata l’idea di questa storia?
E’ nata come una sceneggiatura per un film con Pierfrancesco Favino, Luciana Littizzetto e Fabio Volo, che poi non si è realizzato per motivi di budget. Il tema della storia è ancora molto di attualità, soprattutto in questi giorni che ricorrono i vent’anni dal massacro di Srebrenica. Poi l’ha letta Gerardo Mastrullo e ha voluto pubblicarla per la sua “Book Time”.
Di cosa tratta il libro?
“La Bella Italia” è il nome di un ristorante italiano a Srebrenica in Bosnia. E’ il luogo dove convergono le vicende di molte persone dal 1992, periodo contrassegnato dalla guerra tra Serbi e Bosniaci, ad oggi. In realtà questa è una storia di fantasia sul suo proprietario, Bruno, un cuoco italiano, e sui suoi atti di eroismo che l’hanno portato a salvare una ventina di bambini bosniaci prigionieri di un campo di concentramento serbo.
E’ un racconto forte, ma che lascia anche qualche spiraglio alla speranza?
E’ una vicenda emozionante e ricca di tensione, ma è anche una storia di coraggio, di affetto materno, di redenzione, di altruismo, di tolleranza. E’ un racconto di donne che hanno vinto gli orrori della guerra con il loro amore.
Cosa l’ha spinta a trattare un tema così doloroso?
Il senso di colpa. Ratko Mladic e Radovan Karadzic sono stati arrestati da pochi anni. Hanno organizzato lo stupro di 20 mila donne in Bosnia, hanno ucciso centomila persone e ne hanno deportate un milione. Tutto ciò si è svolto in Europa, ieri. Eravamo così vicini e non ci siamo accorti di niente.