Nicola Bultrini per Valentina Neri con Folliame
![]() Folliame
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autori: | Valentina Neri |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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articolo su Il Tempo - 25 7 16
“Folliame”, l'ultima raccolta di versi di Valentina Neri
Nelle parole dell'autrice c’è molto corpo, molta materia, per un realismo come adesione alla verità delle cose, quasi un riscatto al nichilismo in agguato
L’ultima raccolta di versi di Valentina Neri, “Folliame” (La vita felice Ed.), può essere letta come un poema erotico, che nasce da un momento di smarrimento, perdizione, e si riscatta in un incontro viscerale. All’inizio la poetessa si muove tra i feticci di una vita che forse vorrebbe, ma certamente non può dimenticare, “l’orrore rimasto senza inchiostro / tra i tumulti sfiatati dell’indicibile”. Si lascia andare allora ad una sorta confessione del lato oscuro, fino a confidare con insistenza “la morte m’incuriosisce”. Ma la sfida è alla morte perché la morte non è il nulla, e dunque piena è la vita. Ecco quindi l’epifania, il disvelamento dell’amore; certo l’artefice dell’amore è un domatore, un dominatore, ma comunque è salvifico. Perché riempie il vuoto, il silenzio, placa i tumulti dell’anima, “Domatore / hai sedotto le mie tempeste”. Accade che passo dopo passo, verso dopo verso, l’amore diventa sempre più concreto e consistente, fatto di una materia che non più quella del sogno, ma assolutamente reale, tattile. Dapprima si realizza in elementi primari, poi i minerali, quindi si legge nelle parti del corpo e nei sensi, le loro funzioni. C’è allora una manifestazione ricca, dinamica di rivelazioni, scoperte, prospettive; e questo soprattutto in un ambiente domestico, che diventa il luogo dove costruire. E il domatore è sempre presente, perché c’è, anche un senso del possesso che salva, sostiene. “Schiavizzami per liberarmi”, dice la Neri, e ancora, “Insegnami ad arrendermi”, “Il mio desiderio, credimi, è obbedirti”. Infine l’approdo è a un porto che non è il piacere fine a sé stesso, ma la rivincita sul buio, la costruzione di un amore come sfida al futuro. Nei versi della Neri c’è molto corpo, molta materia, per un realismo come adesione alla verità delle cose, quasi un riscatto al nichilismo in agguato. Perché la poetessa sa che nel seme lacerato nasce la vita; “Osserverai che radicando muoio / e ramificando esisto”.
Nicola Bultrini