Alberto Mori per Valentina Neri con «Folliame»
![]() Folliame
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autori: | Valentina Neri |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Il libro apre su un paesaggio residuale composto da feticci, oggetti, abbandoni e degradi dove il torbido viene avvertito e presto percepito come volontà di azzeramento e ripartenza e “Ciò che di me si salverà non avrà storia”(P.19).Il relitto è “curioso”: sprigiona follia cauta dal degrado, non certo con maledettismo manierato, ma per una direzione.
Folliame di Valentina Neri contiene infatti uno svolgimento progressivo quasi da trama noir che intende svelare l’istintualità oscura dell’uomo nel tramite di rinascita consustanziale di sangue e mare, terra e fango per giungere a un limite che il corpo finge oppure conosce quella che sarà una sorta di “violenza amorosa”, inflitta e autoinflitta:
“E di quanto per me sia stata dolce la tua violenza mai ne avrai scienza” (P.43), ma subito, poco più avanti:”Sono più tua dei tuoi occhi e del loro soggettivo riflesso”.
Sottomissione/abbandono/sovversione del corpo, echeggiano poetiche care tra gli altri al pensiero di Georges Bataille ed a Pierre Klossowsky, oltre ovviamente al quasi pleonastico Marquis De Sade, ma Valentina Neri non è certo una Justine da redimere dal possessore attraverso pratiche hard core, poiché le istanze che portano ad amplessi oscuri e alla sottile esibizione della diade piacere/dolore che la pratica sessuale conduce nel suo gioco, hanno la determinazione fisica e intellettuale di non essere d’intralcio al cammino di consapevolezza dell’autrice. Questo cammino è fatto di accorpamento degli arti e dell’altro: “in lotta per sorregerci/ sulle vie tortuose del divenire” (P.80) e vuole raggiungere uno spazio vitale affinchè “così non sfuggano gli affetti prima degli oggetti” (P.85).
Quello che avvince nella plaquette di Valentina Neri è tastare nella lettura fin quanto può resistere il “Folliame” del titolo, il disordine dei sensi e contemporaneamente, percepire l’assetto quasi cartesiano che persegue l’autrice per andare a scovare i sentimenti con/nella carne. Questa essenza di intento, calibrata aperta e chiusa dalle misure strofiche dei componimenti, entra attraverso la materia dissoluta e dissolta in un letto finale. Qui: "L’amplesso delle speranze/ concepisce miracoli”.
La carne del mondo e del corpo si avvera in un transito sciamanico.
Il piacere puo’ soddisfare la notte. Approdare al porto del domani.