Antonio Fiori per Saverio Bafaro con «Poesie del terrore»
Poesie del terrore
|
|
autori: | Saverio Bafaro |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Saverio Bafaro
Poesie del terrore
La Vita Felice
2014
Paradossalmente edite da La Vita Felice, queste Poesie del terrore di Saverio Bafaro hanno un effetto dirompente e di lunga durata, come quei proiettili che esplodono solo una volta entrati nel corpo, devastandolo senza rimedio. I testi si specchiano in acquerelli e disegni a opera di Piero Crida, dove le parole si ripetono con tratti infantili, come scritte da un medium. Poesia oracolante, a volte chiaramente ossimorica, più spesso enigmatica. Il poeta attinge dal sogno e dall'inconscio ma per asseverarli realtà. «Il lato oscuro / mai più inquisito» è quello che si scandaglia, per poi scoprirlo, appunto, continuazione dell'altro, parte integrante della quotidianità, di un'unica realtà. In Beatrice Cenci quella testa mozzata che rivela prepotenti piedini fa temere e insieme pensare: ci mette dentro un incubo o è il robot di un effetto speciale? Si arriva al punto che il lettore è indotto ad alleggerire la tensione con ingenue digressioni interiori, nel tentativo di disattivare il congegno del terrore costruito con le parole. Il poeta invece, persegue con diligente pervicacia il compito che si è posto in exergo: dire al mondo la peggiore delle lamentele tentando, nel mentre, di esorcizzare la morte. E l'arte come educazione alla morte, Saverio Bafaro la afferma testualmente: «Seguo un maestro oscuro / la cui voce non oscura / in un giorno non oscuro / chiede chiaramente / un'educazione alla morte». C'è qualcosa di luciferino in questo maestro oscuro che riesce ad essere chiaro e suadente, in questa poesia visionaria così terribile e al contempo persuasiva: «Questo potere di ucciderti / da un momento all'altro / riempie di sangue i miei occhi irreali». Incontriamo poi immagini ed azioni quali «Cibati di me», «Entro nell'acqua sacra», «Una croce di fuoco[…]brucia per sempre la speranza / di riveder vivere la carne» che richiamano ‒ per capovolgerli ‒ simboli ed eventi della religione cristiana, talvolta con ostentata blasfemia. Una poesia, afferma Roberto Deidier nella bella prefazione, che riesce a portare «La realtà nel terrore, il terrore nella realtà» pervenendo alla fine, a mio parere, a uno slittamento di significati e referenti simile a quello individuato da Guido Oldani nella sua proposta critica del realismo terminale, in cui è la natura che cerca di emulare i manufatti umani. Qui la bellezza «confina con la paura», l'inconscio sconfina nel quotidiano, la morte nella vita ‒ e di ciascun elemento si confondono a sorpresa destinazioni e connotati. Basti l'esempio dello straniamento che provoca questa poesia, a causa dello slittamento possibile dei significati e dell'insicurezza temporale: «Lividi fantasmi / vegliano / sul secolo disabitato». È profezia o attualità? È questo il secolo o quello dell'apocalisse (che pure potrebbe essere questo)? Siamo noi i lividi fantasmi o gli antenati? E questi fantasmi vegliano per espiare o in attesa di essere giudicati? Una raccolta poetica dunque molto particolare, densa e conturbante, espressione di una voce molto originale della nostra poesia.
Antonio Fiori