Paolo Carlucci per Rosa Riggio
![]() Il peso della neve
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autori: | Rosa Riggio |
formato: | Libro |
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Il peso della neve
Rosa Riggio in questa sua nuova silloge, il cui titolo a soffio evoca un paesaggio dell’anima, medita la ferita di una perdita, quella del padre, cui è dedicata espressamente la prima sezione. E’solo una neve più bianca / quella che mi tiene / mentre guardo / la tua corsa, da fermo / mentre non so quale immagine / e come si capovolge il tempo / e se il buio si manifesta / o dove / o cosa / o se.
Il tono si fa subito denso di pensiero, al canto si preferisce la riflessione, la musica della parola calibrata e precisa che pure favorisce il ritessere in un serrato dialogo di emozioni la ricchezza simbolica di pensieri cangianti nei colori. Il bianco è colore totale, che travolge e slavina; il giallo serve feroce per risalire al cielo vitale.
Ecco dunque questa poesia cromatica farsi principio di individuazione per dire i segmenti di un domandarsi. La Riggio mappa così le proprie stazioni esistenziali. E il ritmo del tempo si ritrova nel rapporto di oggettivazione tra parole e cose. Sapeva di ruggine e miele. / non aveva tempo per morire, ma parole / come noci nel paniere / nomi antichi da raccogliere / e cancellare perché il ricordo è inchiostro. / Poi agosto è arrivato perché doveva. / Dopo solo brace di giorni. Il verso rimane sempre in bilico fra la precarietà del segno e quella del sogno, evidenzia con acume Piero G. Arcangeli, nella sua nota introduttiva.
E tappe di questo diario in cui l’io si apre al dialogo memoriale si hanno evidenti e pregnanti anche nella seconda sezione, Parigi, intesa come viaggio costruito in un basso continuo orchestrato nella volontà di dire, rievocare e, raccontare ogni cosa, eternare nel peso della neve, appunto, il fuoco di un bisogno di dire mentre il mondo riposa.
Un tempo di raccontare, come dice la poetessa, anni di scoperte e di insulti, come pure il fumo della giovinezza paterna ora ghermita di corsa e resta interiore la voce, quella voce che pure in uno spessore di marmo è per dirmi come si sta / senza corpo forse / per dirmi che non si muore / davvero se resta una voce.