A. Airaghi su Leardini
![]() La coinquilina scalza
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autori: | Isabella Leardini |
formato: | Libro |
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“Versi inquieti e luminosi”, secondo Milo De Angelis che scrive la prefazione a questo libro della poetessa riminese Isabella Leardini (1978). E ancora “ energia inconciliata, briosa, trepidante, con quel suo respiro d'infinita adolescenza”. Versi giovani, quindi, che della giovinezza hanno l'impeto e l'abbandono, le scoratezze e le improvvise accensioni: “Dovrebbe essere tutta un'altra cosa/ la giovinezza”, “e arriva quel brivido/ che è tutta la mia giovinezza”. Un'età segnata già dalla disillusione sentimentale, da attese destinate a rivelarsi eterne, in un amore non ricambiato e lasciato illanguidire. Senza disperazione, ma con amara accettazione: “riavvolgere le parole come un nastro”, “una dolcezza che mi taglia le vertebre”.
L'altro, l'amato, non capisce, si allontana più con indifferenza che con crudeltà: “Vai via come l'estate senza peso”, “ Se rallento la rincorsa del respiro/ sotto i giri delle mani/ è perché tu non ti accorga che si spezza”, “tu non sai neanche/ di aver mancato un altro appuntamento”.
La stagione più raccontata è l'estate, il paesaggio più descritto il mare, il fenomeno meteorologico più incombente il vento: in un movimento continuo ma discreto, senza sobbalzi o violenze. Quasi che la poesia volesse accordarsi alla pacatezza di una delusione che trova conforto solo nella musicalità dei versi. Che infatti hanno spesso la dolce e piana cadenza degli endecasillabi: “Ti perdo come sempre con il freddo”, “E' questo riconoscersi di anni”, “Avrei voluto rimanerti in testa”.
Una poesia matura e sicura della sua voce, che sa riempire di sé ogni attesa, nella speranza di una rivelazione e di un incontro, di qualcosa che sappia ancorare la vita a una risposta, a una certezza: “Anche così ci si alza e si vive/, come svuotando e riempiendo la casa/ non di sé ma dell'arrivo di qualcuno”.
Alida Airaghi