A. Vetere per C. Pederzani
![]() Sintesi additiva
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autori: | Carlotta Pederzani |
formato: | Libro |
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Sintesi additiva
di Carlotta Pederzani
Avevo preso un libro da leggere prima di uscire quasi a caso. Mi agganciava il nome di un libro di cui non conoscevo ancora il contenuto. Sintesi additiva era il titolo che mi avrebbe accompagnato nel viaggio solitario che stavo per fare. La solitudine non è sempre leggera anche quando diciamo di volerla; se troppo gravosa, è bagaglio da lasciare. Sintesi additiva sapeva presentarsi, sin dalle prime righe, una eccellente compagnia poetica. Additiva suonava per me come addizionale, ideale sintesi spaziale per un viaggiatore di pensieri; uno sguardo aggiunto su un mondo che spesso non ha riflessione empatica. Sorprende, come dedica nella prefazione Salvatore Martino, l’asciuttezza della poesia di Carlotta Pederzani a cui dona un’accorata e affettuosa lettera di amore dovuto. Il critico sa che, per essere veri poeti, è necessaria una sintesi additiva al quotidiano vivere, senza la quale la leggerezza dell’essere non riesce a scappare dalla noia monocromatica dei pensieri. Ecco perché la vera poesia è pittura del mondo, una pittura che ha come unico peso la memoria, ma una memoria sublimata. Non mi stupisco quindi quando leggo una frase come: Cos’è, poi, l’ombra, se non/ il dazio che alla luce/ impone la materia? Oppure: E la luce bianca sarò, per sintesi additiva/ di giallo e viola. Il verso della Dickinson voluto da Carlotta Pederzani in apertura al suo lavoro, sancisce l’intento di dare alla poesia questo valore. Una volta pronunciata/ La parola muore/ Dicono alcuni./ Io dico/ Che inizia a vivere/ solo quel giorno. C’è un’asciuttezza nell’affrontare la poesia che si pone al di sopra della stessa materia. Di veri poeti nella storia dell’uomo ne nascono pochi, perché poche sono le anime poetiche che entrano nel luogo femminile di un dio troppo impegnato a restare solo. Soli sono gli uomini che ci attirano voraci nella loro solitudine esistenziale, ma la poetessa ha il coraggio, finalmente, di rinominare la compagnia del sole, della notte, le albe e i tramonti in chiave poetica. Sorprende ancora la freschezza di antichi poeti che a giro tornano come dèmoni per ricordare la doro origine divina. Mi aspetto di ascoltare in futuro il pensiero sull’autrice da parte di molti poeti laureati e vedere se saranno disposti ad alleggerire con apertura di cuore parte del loro bagaglio. Bisogna restare leggeri come Carlotta Pederzani per essere veramente poeti.
Aky Vetere