A. Vetere per M. Bellini
![]() Sotto l'ultima pietra
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autori: | Marco Bellini |
formato: | Libro |
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Sotto l’ultima pietra
di Marco Bellini
Marco Bellini ancora una volta esce allo scoperto con una bella sintassi poetica, arricchita di vissuto nell’alveo di un sentiero fluviale che è il corso dell'Adda. Il fiume qui diventa la figurazione di un percorso sinuoso che abbraccia tutti i ricordi esistenziali entro un territorio che gli appartiene come contiguità di corpo. La poesia di Marco Bellini è quindi una lirica matura, perché ogni ricordo è il risultato di una filogenesi complessa di esperienze, tutelate entro la “pietra” della vita emotiva. Proprio per questo il titolo: Sotto l'ultima pietra; metafora di cose care e rare, poste sotto tutela di un Nume tutelare che affida al verso la discesa lenta e continua nell’acqua di fiume. Le poesie di Bellini però non ci portano mai lungo un approdo finale; sono voci che vogliono soltanto testimoniare l’attimo rappresentato dalla liquidità dei vissuti che, vestiti con i tessuti del verso raccontano l’attimo fuggente. C'è in ogni sezione presentata, una costanza nella semantica musicale della parola che accresce la suspence senza sorprenderci alla fine e la fa scivolare lentamente come l’acqua entro un moto perpetuo dove tutto scorre. La vera sorpresa è nell’acqua che diventa osmosi poetica; è un transfert che colma quel vuoto esistenziale lasciato dalla malinconia di chi rincorre solo il passato. Il verso del fiume è invece il verso della poesia, sempre in avanti come la vita che ci sorprende in ogni attimo attraversando la bellezza del presente, di parola in parola, anche quando sembra sorprenderci la fine di tutto, come in una poesia dedicata a suo padre. Lo vedo, adesso non ci sei. /E’ stato come un foglio sopra la fiamma /quell’arricciarsi nero e subito volatile della carta vecchia. Ce l’hai fatta /ti sei sottratto al mio rovistare /le carezze nascoste /nello strumento per la pressione /gli sguardi negli occhi, che certo lo sai /è per il collirio. Tutto quel miele /al posto del mercurio nel termometro /che piano ti chiudevo sotto la spalla, tu / che ti abbandonavi accerchiato dagli anni /quegli anni a forma di occhiaie /che non volevi mostrare. Era così /le notizie dagli strumenti e le parole /a far crosta nei polmoni. Tutto questo porta ad una tensione d'insieme in lenta discesa, umanamente temeraria e commovente.
Aky Vetere