Alba Gnazi per Cinzia Maruilli con «Autobiografia del silenzio»
05.06.2022
![]() Autobiografia del silenzio
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autori: | Cinzia Marulli |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Certi libri nascono da dolori taciuti, da tempi sospesi, durissimi e bianchi come pietre scagliate nella quotidianità, a turbarne il corso, a dare al tempo un nuovo volto. Questo libro di Cinzia Marulli appartiene a quella schiatta di opere: tratta di una pena, di uno schianto, di un taglio così profondo da urlare fuori dal tempo: rosso Guernica, scrive l'autrice in una delle densissime pagine (p.14), riferendosi al colore delle scarpette da bambina: ma, inevitabilmente, l'immagine che si schiude avanti agli occhi è quella del dipinto, è la posa plastica, immutabile, di un orrore nudo, sconfinato, che si ripete e si rinnova di attimo in attimo. Tratta, questo libro, di amore: quello che, in una sorta di chiasmo, di abbraccio circolare, apre e chiude l'opera: come un inno di fiducia e riconoscenza agli affetti veri, alla vita ricevuta e a quella data, alla memoria che è, a sua volta, un atto di amore ma anche, in certi casi, di accettazione (rielaborazione, comprensione, assoluzione e perdono) verso ciò che si è stati, verso quanto si è vissuto. Il passato non muta, dicono queste pagine, ma lo sguardo con cui lo si può guardare sì. Il primo tribunale è quello di dentro: talvolta, come uno specchio deforme, offre voce a echi distorti e rimanda un'immagine di sé stravolta, offuscata, da nascondere e rinnegare. Il mostro, con quel suo gesto immondo, ha trapassato i bordi ed è divenuto pelle, tessuto, presente: è divenuto Sé, in una sorta di osmosi che risponde a quel codice non detto né dicibile che, spesso, fa della vittima responsabile e carnefice di sé (congelando quell'atto, quell'attimo, nel tempo: e che cos'è se non inferno, quella condanna che si ripete?). Quel che accade o è accaduto, però, non consegna interamente - non può, né deve - la Persona in tutto ciò che è e diventa, che ha e inventa, il coraggio feroce e luminoso di essere e dirsi vivi, bellissimi, unici: così come si è. Ecco che allora " la bambola ormai è cresciuta/ trasformando in amore/ il suo dolore osceno/ tiene tra le braccia l'uomo nero/ lo accarezza e lo perdona/ e con lui sé stessa" (p.47).
Cinzia, con questo libro coraggioso, potente, struggente e delicatissimo, scardina torpori e getta luci sulla più grossa, indescrivibile aberrazione dell'uomo, quella che viola la meraviglia dell'infanzia e affida a tutti, indistintamente, il portato morale e materiale della Responsabilità che abbiamo verso i bambini, verso la loro fiducia, la loro allegria, la loro innocenza; verso il loro diritto di essere e andare, di crescere senza nulla e nessuno che li turbi. Tra questi, sono da includere anche i bambini che noi siamo stati, che ci guardano e ci aspettano da qualche parte giù dentro, che ancora - che sempre - possiamo accogliere e tenere sul cuore. Senza fretta. Ringraziando.