Angela Greco per Natalia Stepanova
Il sentimento barbaro
|
|
autori: | Natalia Stepanova |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Barbaro per la nostra lingua italiana, è lo straniero e non è un caso che questa silloge di Natalia Stepanova, Il sentimento barbaro (La Vita Felice, 2014) si apra con la lirica da cui il titolo, nella quale l’autrice cerca affermazione per un poeta straniero appunto, a cui concedere un vocabolo nuovo, fuori dall’ordinario e magari fuori dal contesto storico e sociale in cui si collocano poeta e poesia, originari di una terra lontana e proficuamente trapiantati presso la lingua e la letteratura italiane.
Ed il poeta è di fatti straniero non solo quando nasce in un luogo e vive in un altro – come Natalia, nata in Russia e residente dagli anni ’70 a Roma – ma è straniero per sentire, per visione, per espressione rispetto alla civiltà che lo contiene e spesso trattiene. Allora ecco che, per riconoscersi e riconoscere quel sentimento “umano” inteso nell’essere persone in carne e sangue talmente raro ormai da essere proprio lui il barbaro in questione, il poeta deve divenire barbaro pure lui, come il suo cuore, così come detto in questi versi, uscendo dagli schemi e dalle imposizioni per vivere ed essere vissuto fino in fondo.
Questa silloge racchiude in sé molti momenti poetici della sua autrice, riconducibili sostanzialmente al sentimento per eccellenza, alla terra, alle rose, al cielo e ad un immaginifico metaforico derivante dalle origini ed esteso fino all’attualità; c’è la tradizione russa dentro la poesia di Natalia, come piede sul quale innestare l’amore parimenti grande per Roma e per la sua eternità di storia, storie ed arte, legato al quale forse è quel sentirsi stranieri, barbari di connotazione storica proprio, fuori da quella classicità che ha costruito gran parte del vecchio continente e che l’autrice ammira, canta, loda. Ed ecco che incontriamo comunioni di dei e di terre, spiritualità e coscienza, dove si vivificano ricordi, malinconie, speranze troppo spesso tradite e dove l’Uomo è costantemente invitato al bene attraverso il riconoscimento del suo contrario, in una sorta di monito indispensabile per definire quella estraneità da quanto, invece, accade intorno e ferisce.
Tra le rose, che Natalia ama e delle quali rende partecipe il lettore, che appaiono come numi tutelari e nuove divinità alle quali votarsi per far rivivere la persona nuova e migliore che da qualche parte custodiamo dentro, emerge, bellissima e coinvolgente, la capacità di costruire intere poesie simboliche e originalissime, mentre svetta la acuta capacità di giudizio su se stessa e sulle azioni compiute e subite.
Una silloge, per me, intensa condotta per temi che si apre e chiude all’insegna del cuore e della sua azione più nobile, scorrendo su due Paesi e due realtà dissimili racchiuse nella medesima persona, Natalia, che si dedica l’ultima breve lirica della sua raccolta, finalmente indulgente anche con se stessa, mentre ammette che Il peccato, in sostanza, è questo: / Non amare. [Angela Greco]
*
Il sentimento barbaro
Sarebbe cosa buona concedere
Al poeta straniero un vocabolo nuovo.
Sarebbe generoso riconoscere
Al cuore barbaro il sentimento.
Già i popoli antichi lo fecero per noi.
Il sangue della rosa scorre nelle vene
Del poeta straniero.
(pag.9)
.
Lassù nel cielo passò un pesce spada
Lassù nel cielo passò un pesce spada
Di vaporose nuvole con una bocca
Da taglio, da apriscatole. Aveva inoltre
Un occhio grigio e vuoto. Di profilo,
Poco dopo, lo seguì un drago alato
Su un vascello dalle vele spiegate.
Gridava, impettito come un ammiraglio,
Spirando le fiamme: «Avanti tutta! Fuoco!»
Navigavano nell’alto di un giardino senza fine –
Né alberi né fiori né legno verde delle panchine.
Per rallegrare gli ospiti – d’azzurro inventavano
Chimere e bizzarrie. D’ autunno solenne
Fluivano sopra l’ottobrino giorno, sospesi
In fantasmagoriche forme tra gli amorini
Scalzi, indaffarati a tirare d’ arco a vapore.
Oh, Dio dell’abbandono, se mai verrai
A prendermi, nel tuo giardino dei perfetti
Avrò ancora mia questa chiarezza del cuore?
(pag. 20)
.
Le sia fatto il bagno nelle rose
Le sia fatto il bagno nelle rose
E sia essa accudita con affetto;
Portate luci e cibo e sia detto
Di ognuno solo il bene,
Portate miele e vino,
Cantate i canti tra i più belli
E dite i versi alla primavera
E di rugiada e fiori alla sposa!
Beviamo fino in fondo
La nostra coppa colma;
Il cielo ponderi le nostre vite
Con clemenza.
(pag.57)
.
Della mia Russia
Della mia Russia vituperata
Mi manca in quest’inverno
Mediterraneo la neve santa,
La neve fredda, la neve fragile,
La neve bianca a scendere,
A fioccare a lungo, addormentando;
Sulle strade dei villaggi, sulle vie
Della mia città – Kiev di tutta la Rus’
Che come Roma Eterna
Al mio pensiero è cara.
Giornate brevi, neve alla finestra,
II fiume ghiaccio. Le piccole orme,
Sul soffice manto, del nostro gatto
Che attende di entrare in casa,
E i libri letti di sera al focolare;
Carbone e legna, portati dentro
Hanno l’odore freddo che spezza
Di gioia il fiato, come un miracolo.
Questo solo mi manca,
Come le poesie di Esenin
Come il primo batticuore
Che non dimentico.
(pag. 107)
.
da Fuori-legge
a me medesima
E dopo tutto e tanto
Ho appreso
Che I’ amore è il solo
A perdonare ogni nostro
Tentativo di non amare.
Il peccato, in sostanza, è questo:
Non amare.
(pag. 116)
da Il sentimento barbaro, poesie di Natalia Stepanova (La Vita Felice, 2014)
*
Natalia Stepanova, nata a Saratov, Russia. Vive e lavora a Roma dal 1972. Ha pubblicato due libri di poesia in lingua italiana. Ha tradotto in lingua russa, in collaborazione con E. Vaghin, il romanzo di Barbara Alberti Gelosa di Majakowskij. Varie pubblicazioni di sue poesie e di alcuni suoi saggi sono apparse negli anni su riviste italiane e russe. Ha ricevuto diversi premi per la poesia. Fa parte della Giuria del Premio Internazionale «Pushkin». Cura la rubrica La Russia in versi dell’edizione online di «Russia Oggi», progetto di «Russia Beyond the Headines». (quarta di copertina)