Anteprima Poesia: Doso la polvere di Anna Toscano
![]() Doso la polvere
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autori: | Anna Toscano |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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I sogni, annuncia l’autrice nell’impavida poesia d’apertura, lei li ha uccisi tutti «con una lancia sola». Non così la memoria: a questa concede dei ritorni, perché la memoria, a differenza di sogni, si lascia tenere a freno, si lascia dosare […]
Anna abita a Venezia, la città cinta da un filo rosso, la città «monile» che si può rendere solo con l’ossimoro di “realtà immaginata” (…) e si va a piedi. Andare, andare a piedi: è un leitmotiv della raccolta. Passi, tanti passi: lei potrebbe raccontare la propria storia tenendosi a questa semplice unità di misura. Una storia non solo veneziana, perché troviamo Anna anche a Parigi, anche a Siviglia. È il nostro nomadismo d’oggi. Ricordiamo che lei è da anni un’appassionata fotografa. Fotografia rigorosamente in bianco e nero, e non è un caso: anche nelle sue poesie non sparge colori […] La speranza come rumore risibile, aleatorio: è solo un esempio del felice rinominare le cose comuni a metà strada fra percezione e invenzione, di cui consiste la lingua poetica dell’autrice.[…]
Rime e assonanze sono ritorni ovvero implicite ripetizioni, e anche di queste Anna fa un uso parco. Più proprie le sono le anafore che riprendono interi sintagmi e, in tanto disincanto, sembrano cercare (vedi Vi guardo) un cantabile, quasi una nenia che plachi le implacabili dissonnanze del desiderio: in vita volevo dormire, e se da morta vorrò invece essere viva?
dalla prefazione di Anna Maria Carpi
Qui, dove vivo
In queste due dozzine di anni
ho calpestato
queste migliaia di pietre,
a due piedi
a quattro piedi
a decine di piedi,
ho baciato sotto quell’unico lampione
cinque bocche
venti bocche
quante bocche,
ho dormito in questo letto
con quante persone
tante persone,
i sogni
li ho infranti tutti
con una lancia sola.
Macino passi macino pensieri
Macino passi macino pensieri
a volte l’inchiostro finisce
s’arresta la pellicola
macino passi macino pensieri.
Se potessi srotolare i miei passi
arriverei a quel bar in rue de Rivoli
il sole riflesso sul tavolino
la tua mano caffè e cappuccino,
arriverei alla gelida puszta ungherese
il tuo sorriso fotografato allo specchio
la neve alta a schiacciarci sopra il letto,
arriverei in quel teatro off di Berlino
dove l’Emma di oggi faceva capolino
prima di uccidersi con noi lì vicino.
Se potessi srotolare i miei pensieri
non comprerei più un pigiama per ogni storia di ieri
ti bacerei, qui, come allora, ma molto più volentieri,
avrei orecchie fini e attente
per non cadere in quel vecchio incidente
in cui mi dicevi che di me non te ne fregava niente.
Ma sotto i miei piedi
Venezia è un palmo di mano
Milano è una tasca
Torino è una casa di ringhiera
son tutti dove per la mia mente ciarliera.
Macino passi e macino pensieri
l’inchiostro finisce a volte
allora apro il cassetto della scrivania
quello grande quello centrale e cerco
trovo passi e trovo pensieri:
perché io penso con i piedi.
Per ogni amore che muore
Per ogni amore che muore
bisogna piantare dei semi
di cicoria, di girasole, di viola,
nel primo vaso libero
nel primo angolo di terra.
Non ha un senso non serve a nulla
se non a tenere un po’ di bellezza
nel mondo, di quella bellezza
senza sintomo, indolore.
Mentre nella pelle rimangono
impronte, sapori, odori.
Il mio vocabolario
– cover di Depressione –
Il mio vocabolario dell’agire
nelle sue declinazioni
è costituito da neuroni canonici
che registrano l’afferrare
di un elastico al risveglio
e il portarlo ai capelli,
il mettere l’acqua filtrata nel bollitore
e poi versarla in una grande tazza
dove dalla sera attende una bustina di tè,
il portare la tazza alle labbra
il tè nella bocca, la lingua
che lo trattiene sul palato
gli occhi che si chiudono piano
sul primo piacere della giornata
il cervello che immagina
che il mondo stia in quella tazza
e la ripone accanto al letto
dove la giornata si chiude
sul suo inizio.
Notizia biografica dell'autrice