Anteprima poesia: Francesco Palmieri - Studi lirici (solo parole d'amore)
![]() Studi lirici
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autori: | Francesco Palmieri |
formato: | Libro |
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Non è facile parlare d’amore. E soprattutto è difficilissimo scrivere poesie d’amore. Non è facile dopo Prévert, Neruda, Salinas, Hikmet e altri ancora.
Ma l’amore non appartiene all’esclusivo sentire – per quanto raffinato – dei grandi poeti, l’amore non è circoscrivibile all’interno del linguaggio di poesie che pur hanno saputo toccare i vertici del sublime o la dimensione abissale e seduttiva della tragedia erotica; l’amore è un sentimento originario, primario, archetipico, che attraversa tutta la Storia umana, tanto è radicato a fondo in ogni uomo e donna; ed è per questa ontologia dell’amore che se ne è scritto, se ne scrive e, presumibilmente, se ne scriverà.
Gli Studi lirici si inseriscono idealmente in questa immaginaria filogenesi, forse con l’intento di testimoniare al presente, nell’ora e qui, come ancora oggi agisca, incida e funzioni la fisica e la metafisica dell’amore, quell’Eros così universalmente provato, vissuto e patito, seppure attraverso il filtro – e non potrebbe essere altrimenti – di un Io che vi si pone di fronte, armato unicamente di ascolto di sé e di parola. Non a caso il sottotitolo della silloge è solo parole d’amore.
Anche qui non si tratta di parole definitive, nessuna agnizione, disvelamento di un enigma la cui origine spesso sembra avere la natura e l’estensione dei cieli o degli abissi, ma semplicemente le parole di un uomo, echi d’anima e di vissuti che si fanno discorso, testo, tensione lirica, e magari poesia.
Gli Studi lirici sono un percorso intimo-erotico che non solo pare indicizzare il divenire dilemmatico dell’amore, il suo doppio volto sublime/terrorizzante, ma hanno contestualmente una implicita funzione di catarsi, di necessario abbandono e poi liberazione nella e dalla conflittualità eros/pathos, una sorta di tentativo estremo di dire, raccontare l’esaltazione e la caduta quando Amore diventa il linguaggio fra un Io e un Tu.
Certo, le poesie d’amore sono solo parole d’amore, ma quante volte è proprio di quelle parole che si ha dannatamente bisogno, quante volte sono quelle parole a diventare necessarie, così come è necessario mangiare e respirare? E sarà per questo che ancora oggi si scrivono e si leggono poesie d’amore, le quali saranno pure fatte di sole parole, ma quanto spesso sono, diventano lettere e sillabe, emissioni di un respiro che salva la vita.
Quando ti troverò amore
tu non volterai lo sguardo
da un’altra parte.
Quando ti troverò
tu non mi lascerai solo
nella strada
né ti nasconderai più
perché io ti rincorra
con troppo fiato nella gola,
tu non avrai un segreto
da nascondere,
tu non avrai segreti.
Quando ti troverò
tu non giocherai
al gatto e al topo
e non sarai tu il gatto
non sarò io il topo,
sarà una giornata d’estate
e ci saranno i fiori nei giardini,
il vento profumerà di rose
e brillerà il sole
negli occhi tuoi d’estate.
Quando ti troverò amore
tu mi chiamerai per nome
ed io ti chiamerò per nome
e per tutto il giorno
noi non ci lasceremo mai
noi non ci lasceremo più.
***
Ti pettini i capelli
(infilo un paio d’occhiali)
un’ombra di rossetto
e le tue labbra accese
(controllo nelle tasche
se ho accendino e chiavi)
ti guardi nello specchio
la luce ti fa bella
hai colorato gli occhi
di primavere e viole
(apro la porta e chiudo
sento i miei passi scendere
le scale fino al portone).
Esco.
Esci.
Tu in una vita
ed io in un’altra.
***
Non avresti dovuto dire
devi andartene via,
non avresti dovuto dirlo.
Ho aspettato che mi chiamassi indietro
ho aspettato pure nel portone
ho aspettato fuori dal cancello
sul marciapiede, sotto ad un lampione,
ho camminato quasi stando fermo
mi sono voltato e ancora rivoltato
ho contato passi a uno, a due, a tre.
Poi, non ho contato più.
Non avresti dovuto dirlo
devi andartene via,
perché l’amore non dice vai
l’amore dice resta.
L’amore non dice vai.
L’amore dice resta.
Francesco Palmieri è nato ad Altamura (BA) nel 1953; è docente di materie letterarie, vive nell’hinterland milanese. Collabora con siti e riviste letterarie e suoi testi sono pubblicati in rete e in antologie. “Studi lirici” è la prima opera edita.