Anteprima Poesia: Il cane borghese di Eliza Macadan
![]() Il cane borghese
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autori: | Eliza Macadan |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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[...] Il cane borghese, titolo che può causare un tuffo al cuore del lettore occasionale, è un programma che procede, con rapidi flash, lungo settanta pagine di agile marcia. Sono presenti alcuni rallentamenti dovuti al ristoro, non vere tappe ma un leggero cibarsi di eventi quotidiani: il passaggio di un satellite, un terremoto presentito, la vista di un pugno di terra non straniera. Tutto molto umano, “inquadrature” ottiche che Macadan non smette di fotografare con rapidi clic, la cartina al tornasole per chi sa smascherare i graffiti omologati dell’attuale società.
[...]Tutto il libro, per niente attratto dalle istanze tipiche di un poemetto, avanza ininterrotto stando ben lontano da sentenze e contestazioni in sostanza irreali: perché di poesia, con tutte le ricadute del caso, si tratta.
[...] Un libro di tal fatta però mostra come ancora agisca la costanza in uno sguardo, e come un punto di vista, creativamente non allineato della poesia, stenda a terra paradossi e contraddizioni mainstream.
[...] Momenti intimi, registrazioni, fiducia e sfiducia, graffiti, irriverenze, punzecchiature acide, micro-risvolti politici, good vibrations, addirittura carte stellari appaiono pagina dopo pagina, attaccandosi alla memoria del lettore.
[...] Eliza Macadan sa che il viaggio è sostenuto, senza dar luogo a inutili sperimentalismi o tediosi formalismi, dal concreto movimento della poesia che ha in vista diverse sponde. La sponda italiana, in questo caso, è quella prediletta dall’autrice. La veglia, la risveglia, la sciorina, con passo fermo né veloce né lento: però materializza al nostro presente un’indubbia, pragmatica, realtà di lingua.
dalla prefazione di Elio Grasso
sogno che nevica di nuovo
mi faccio largo fino al bordo
ferita
guardo di sotto
perdo le battaglie con il sonno
bacio le mani di mio padre
quando lui muore lentamente
un minuto al giorno
e mi lascia la vite per la quale ha vissuto
l’inverno macchiato di sangue
arriva come un pugno nello stomaco vuoto
ascolto alla radio
i miei versi
il pianto sensato
i miei vecchi hanno ferite alle dita
così strettamente stringono la vita
i figli non lo sanno
sempre sulle strade
buttati dal mattino
con sogni nelle mani
non cresce più intorno
che erba impazzita
respiro di una terra
che sta spirando piano
e solo io provo
a tirare da una penna
parole secche vuote e smagliate
i meridiani sono capovolti
letterature sono delle scienze squalificate
al segno io non posso più dare significati
li ho persi tutti
ma ghignano da pagine strappate
la compassione scorre lentamente sulle strade
con varie aspirine e con latte
oggi piove fango
la Terra è uscita dai gangheri
si gira nervosa da tutte le parti
prova a trovare una posizione
adeguata
per dormire
questo giorno si sdraia
su tutta la luce
i fili d’erba mi crescono
sotto la fronte
tutti i passanti sono travestiti
in tute metalliche
la castità si soffoca
m’infila le dita negli occhi
donne trascinate dai loro cani al guinzaglio
sempre più all’ombra
ne ho abbastanza
di questo giorno insaziabile
le foglie piangono d’autunno
un paradiso pieno di partecipanti
ci aspetta
le piazze pubbliche
si sono spostate nel cortile
di sera incontro
un cane borghese
resistente alla routine
come me