Anteprima poesia: Il mio cuore è un campanile di Manuela Bellodi
22.02.2014
![]() Il mio cuore è un campanile
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autori: | Manuela Bellodi |
formato: | Libro |
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«Cara» è il primo aggettivo destinato alla sua Emilia: l’aggettivo degli affetti che ci fa presagire il rapporto di amore, il sentimento di familiarità riferito a coloro di cui ci prendiamo cura. Una regione dilaniata dal terremoto del 2012 che lecita il secondo avverbio «povera», nel senso della compassione/cum passio rivolto a un corpo ferito, lacerato, alla capacità di patire insieme la sofferenza che procura le lacrime più amare, paragonate a quelle di una madre che assiste al dolore del figlio.
Lenitive al male, le poesie sono carezze delicate; nel ritorno all’infanzia attraverso la memoria, si scoprono radici robuste che ancorano, nonostante il sisma: prodromi di gemmazioni e nuove fioriture, colme di quella linfa vitale che da sempre appartiene alla terra e alla gente d’Emilia.
Il mio cuore è un campanile
Il mio cuore è un campanile e non lo sapevo.
Lungo e sottile o più squadrato,
con l’orologio puntuale o rallentato
che di sera illuminava la piazza.
Chi rimetterà a posto le lancette del tempo?
Peppone o Don Camillo,
uniti per sempre nello stesso dolore composto,
di razza.
Il mio cuore è un campanile che ora si è spezzato.
Tutto si è capovolto, non si distingue tra cielo e prato,
tra bello e brutto,
c’è solo lutto ed è sempre uguale.
Riusciremo ancora una volta
a rammendare ogni cosa
fino al giudizio universale?
Il Crocefisso di S. Possidonio
Dalla chiesa senza pareti
quinta teatrale sul prato
escono i vigili del fuoco e due preti
con l’antico crocefisso recuperato.
Solo un pezzo di legno, e il braccio sinistro penzolante,
ma sulle loro spalle, Gesù è trionfante.
«Strappato a Napoleone prima, e al terremoto adesso»
ci dice il parroco,
«per noi tutto è lo stesso, il Cristo è ancora nostro.»
Anche quest’anno si farà la processione d’agosto.
Le donne emiliane
Come sono belle queste donne emiliane
dalle voci un po’ roche e profonde,
mentre parlano trasmettono onde di passione per la vita e calore,
e non stanno mai ferme, neanche davanti al dolore.
Zigomi alti e occhi ridenti
hanno tremato con la loro terra,
ma di terra son fatte, e di sole,
di larghe parole generose e sapienti.
Oggi sedute a raccolta sul prato, dove ieri stendevano lenzuola,
stendono progetti scritti come facevano a scuola.
E non resteranno solo parole, noi lo sappiamo,
amiamo l’Emilia, EmiliAmo.
Intervista
«Sì, mi sono tanto tanto spaventato»
racconta il bambino intervistato una mattina,
dopo un po’ di tempo dal fatto.
«Però anche una cosa bella c’è stata»
riprende quasi soddisfatto
«la scuola è terminata prima.»