Anteprima poesia: Le due versioni del cielo di Carmelo Pistillo
![]() Le due versioni del cielo
|
|
autori: | Carmelo Claudio Pistillo |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Le due versioni del cielo sembra dunque indicare i due orizzonti guardati dal poeta, obbligato a oscillare non solo tra la vita e la morte, tra terra e cielo, ma tra due destini, quello vissuto e quello che non si lascia afferrare. Due dimensioni costitutive di una legge fisica, dove salire e scendere rispondono alla stessa urgenza e responsabilità, dove è ciò che non accade a determinare la “svolta” verso la vita, è il vuoto che forse chiede di essere colmato per non essere restituito alle sue vertigini.
[...] L’ultima opera di Carmelo Pistillo ci consegna la visione poetica di un «bivio sicuro», del confine e del mistero «che insieme tremano/ nelle bocche chiuse», dell’uomo «che risponde con l’invenzione/ dell’aereo in equilibrio/ in ogni direzione struggente», del «sabato delle mani/ che si prendono il cielo./ Un po’ più in alto,/ si scambiano le due versioni» come «aliti avversari nella stessa dizione» o «stelle erranti che parlano tra loro,/ e qualche volta brillano. è quello l’istante in cui la ferita si separa dal sangue.
Come ho già scritto altrove, Carmelo Pistillo può essere collocato in una posizione di primo piano tra i poeti italiani contemporanei; e quest’ultima, felice raccolta di versi, in cui l’autore avverte «che per farsi eterna la poesia/ deve dare il brivido della sua durata», ne è l’ulteriore prova.
dalla postfazione di Michele Miniello
dalla sezione LITURGIA DEL FRATELLO
I
Adesso che sei vinto per sempre,
che lasci a me la tua versione del cielo,
cadendo al di là delle righe infelici,
anch’io esco dai libri e ti seguo
o forse non vedo più che ogni stella
è rivale di luce, tra le carte di un morto
ogni parola spiegata una curva sul buio.
II
Cenere delle mie labbra,
cenere che cura ogni cosa,
dagli enigmi ai destini interrati,
eccentrici e ancora lucenti.
Cenere sovrana, mia sola e unica cenere,
eredità tutta, parola e cielo
della mia bocca, alchimia rivelata.
dalla sezione Canzoni sul treno e per l’urna
I
Suonano canzoni sul treno e per l’urna
i bambini innamorati dei sassi.
Sui binari e in coro lanciano fionde
sfidando patrie segrete
simili a quaderni privati della notte.
Cartelle e avventure, forse zaini
sulle panchine vuote. Così si consuma
la bocca nel ricordo dei mondi mancati,
nel crepitìo sordo delle fortezze incendiate.
Mentre stringe impagabili misure,
la ragazza che mangia amarene
nel buio appare con le sue vere mani
spogliate dei rami e dei giorni.
è curva, e sulle rotaie appena trovate
canta da sola e sola rimane
a contare le pietre.
dalla sezione Similitudini e intervalli
I
Come aquiloni amore e morte,
arcani in volo per mare e vento.
Anche noi abbiamo sipari così leggeri,
così ventagli sulle gote rosse.
In alto, sei in alto, già regina
mostri gambe e porcellane, salti giù
e avanzi prigioniera dei polsi tagliati,
e con quelli liberi il dono
delle rive attorno al castello.
Poi apri ogni bocca,
ogni tua poesia.
Sei magia nera fuori dalle mura,
pronta a morire nel sangue di un parto.
Ora intoni nozze, e nuda,
precedi la tua ossessione.
La tua terra è perfetta.
dalla sezione Indice del mare
I
è ancora sconosciuta
la collina in piena luce.
In una sequenza di alberi
e menta
usciamo dal vento,
e l’età che ci legava al fiume
ha la forma della schiuma perlacea.
Ora splende nel vuoto,
ora ha il profumo degli estremi
persi e ritrovati
nel profilo di questo mare,
che ci interroga sui nostri giorni,
che si fa orizzonte senza saperlo.