Anteprima Poesia: Per tre lune di Elisabetta Maltese
![]() Per tre lune
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autori: | Elisabetta Maltese |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Volume disponibile per la prima decade di dicembre 12.
Elisabetta Maltese sa trovare le parole che servono fin dall’inizio, guidata dalla luce misterica delle sue “tre lune”. [...]
Non a caso le occorrenze più frequenti nella raccolta sono due: “parole” e “note”. Perché poesia e musica nascono insieme (...) E l’attenzione di Elisabetta alla musica, il suo amore per la musica, traspare ad ogni pagina [...]
Non è una musica facile. La punteggiatura è quasi assente. Dovrete cercarla voi. A una seconda e terza lettura. Non è Mozart che si dà subito. È Debussy, che vi incanta a poco a poco: e poi non vi lascia. Come non vi lasceranno certe immagini, certi pensieri. Vi rimarranno dentro, vi scaveranno con la difficoltà della comprensione, come una risacca, fino al lascito dell’illuminazione: della luccicanza.
Una luccicanza angelica: perché non ha sesso. L’autrice rivela cose che solo una donna può sapere, ma lo fa con la brusca evidenza di un uomo, senza sentimentalismi, come farebbe la bambina terribile dei fumetti.
Vi troverete in un inverno pieno di attese e rivelazioni (...) Troverete poche rime, ma quelle che ci sono, sono baciate dalle labbra di un aforisma; verità crudeli come una lama, come certe fiabe nordiche, asciutte come proverbi ebraici; poesie che iniziano con il genitivo perché «Delle donne è la pazienza»: di dire e generare; ripetizioni, perché certe parole bisogna ripeterle (la lezione di Sereni agisce nel profondo) per arrivare a dire le cose come stanno, senza compromessi.
dalla presentazione di Rodolfo Cernilogar
Prima di giudicare un uomo, cammina
per tre lune nelle sue scarpe.
Proverbio Indiano
endecasillabi
Io scrivo per legittima difesa
sono in piazza e lo striscione è di rosso
rabbia per chi non può persino inchiostro
il suo diritto e il mio dovere urgente
grido a rigo di voce sulla carta
di donne figli uomini e di animali
fatti minimi storie da sfatare
che non mi basta il dire o ragionare
è troppo poco – fa vergogna – e allora
conto le mie sillabe come note
di un notturno ne seguo l’incombenza
il suo eseguirlo adagio come posso
restituisco alla mia fortuna il volto
in ombra a rendere più sopportabile
del giorno il piccolo da trasformare.
dalla sezione Nodi di bambù
i figli si baciavano di notte
E per quanto difficile sia stato
fuggire dal cortile è stato facile:
l’assenza delle radici mia alleata
e il sole, ché i figli non si baciano
di notte – solamente. Adesso che
oltre la corteccia mi conto i giri
e i nodi, scopro che siamo invecchiati
tutti tranne i divani, delicati
alla capriola adatti alla stazione
eretta. Curva, rivolgo le braccia
altrove dove non sia solo terra
e il freddo è la stagione della lana.
Ma non dimentico.
dalla sezione Transiti
metamorfosi
Rimaniamo vivi, proviamo almeno
le braccia ampie intrecciate come rami
facciamoci radici in questa sosta
nella terra gentile
attraversiamo il gelo, l’amarezza
di foglie mute e senza sguardo
aspettiamo che si concluda il giro
nella ruvida corteccia
forse lì si è annebbiata la bellezza
che ritorna – torna sempre
al vento verde capovolto argento.
dalla sezione Arco
a carboncino
Chiara ride
dal suo mondo lontano
e a sentirla sembra agosto
dita viola e cestini di more
sempre vuoti a casa.
Ha un cuore melograno
nascosto sotto al tetto
ma braccia sempre aperte
come non avesse passato.
Ride di spalle, Chiara
ché a voltarsi ha freddo.
dalla sezione Di rosso
in bianco e nero
In bianco e nero
cammino in dissolvenza
frasi frammentate
e musica
a danzare il gran finale.
Due passi pausa e giro
il tempo di svestire l’illusione
del consapevole riflesso
occhi chiusi
gonna bianca specchi
e sguardo oltre.
Lascia perdere Sam
l’amore è altra cosa.
***
In copertina: fotografia di Omar Kheiraoui.