Antonella Saracino per Maria Grazia Palazzo con «Toto corde»
![]() Toto corde
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autori: | Maria Grazia Palazzo |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Maria Grazia Palazzo con questo suo lavoro in poesia, pubblicato nel 2020 per la casa editrice milanese La Vita Felice, restituisce una immagine di scrivente che ha ascendenze antiche. Sembra un paradosso, essendo lei una donna radicatissima nel presente. L'hic et nunc, Maria Grazia! Ma in realtà la sua silloge è intrisa di una coscienza antica, poiché la voce che ne emerge rivendica una propria antichità.
“Antichità” nell'accezione di “prezioso”, perché quello che è antico e prezioso, ha sempre un forte potere evocativo. La parola poetica di Maria Grazia, intensa e pregnante, è intrisa di un passato intimo che circoscriverei tra fine '800 e primi '900. Si riescono a immaginare, quasi vedere, quegli “ambienti”: vecchie stoviglie, tende, mobili ad arredare una casa, centrini di pizzo ad abbellire tavoli lucidati. Ma anche piante, le piante antiche per definizione: melograno, magnolia, nespoli. E la pianta di un cappero (pag. 37) in un orto, metafora di affetti, affinità elettive.
Tutto questo è certamente in grado non solo di attivare i “meccanismi” che conducono ai luoghi dell'anima, anche quelli più sotterranei e sensibili, ma altresì - per citare la stessa autrice - “di far risuonare, come in una conchiglia, l'amore del vivere” cioè di valutare quanto riusciamo a risignificare quell’amore per la vita.
Lungi dal condurre il lettore in luoghi interiori statici, la parola poetica di Maria Grazia è dinamica e visionaria. Arriva e sposta. Smuove. Muta il tempo: s'è detto del passato intimo di ognuno, che torna. Mutano i luoghi: un ritorno “a casa”, il proprio sé. Non una casa fatta di muri, ma di vissuti. Ecco che la parola poetica, forte, arriva ad esprimere un viaggio corale: i vissuti collettivi, il viaggio di tutti. In Esuli e inattuali, - difficile il risveglio – (pag.60) spalanca finestre e porte a luoghi sociali, a contesti storici globali.
ToTo Corde è organizzato in sezioni, il cui climax è annunciato da un haiku. Tre haiku giapponesi antichi, un haiku di Zanzotto. Il retroterra linguistico sembra nutrirsi di diversi linguaggi, anche artistici che s’intrecciano e costruiscono un immaginario complesso, una tessitura, quasi una fioritura di un tempo e di uno spazio poetico che si evolve e innesca dinamismi interpretativi nel lettore. Il testo poetico suscita un forte potere visivo, inquieto, che suggerisce immagini, forme e colori in movimento.
Quando prendesti quel treno (pag.16)dipinge l'immagine di una donna che lascia pensare alle donne di Silvestro Lega, con cui ha in comune non solo fattezze e tinte, ma il contegno.
L'incipit di C'è un ramo argenteo che respira (pag.83)lascia gustare i viali e gli alberi di un intenso Giovanni Fattori.
Così Nel ritorno a casa, azzurro cupo che increspa (pag. 50) il pensiero va, libero, alle opere di Fuad Aziz, il contemporaneo artista curdo, per l'intensità cromatica che emerge in tutto il testo poetico e per il “suo” mare, ricco di tristi arrivi. L'intensità di Ora anche morta va da sé che il discorso (pag. 43), ha ispirato l'opera dell'artista contemporaneo Aguìn, “Daddy”.
La poesia, in Toto corde, è allegoria di un viaggio nella vita, capace di lasciare una traccia, suggerire diversi linguaggi espressivi, aprire a diversi possibili livelli di lettura.
Una sfida: indagarne altri. Per lettori curiosi e appassionati.
Di certo l'Einfulung, quel processo empatico che scatta tra opera e fruitore, quando l'opera d'arte “funziona”, con Toto corde è compiuto.
Antonella Saracino
Antonella Saracino, 1973, bibliotecaria, storica dell’arte.
Fattori
Aguìn, “Daddy”
Silvestro Lega
Fuad Aziz