Franca Alaimo legge «Percorsi» di Cinzia Marulli
19.06.2017
![]() Percorsi
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autori: | Cinzia Marulli |
formato: | Libro |
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È da un intimo, profondo nucleo di gioia (che fa dire alla poeta: “Io preferisco la gioia/ quella che nasce dentro insieme alla luce bianca dell’alba”, p.41) che sgorga la poesia della Marulli, la quale, sebbene non taccia la scena per tanti versi drammatica del mondo, di cui si fa testimone attenta ed emozionata, non si lascia dominare dalla cultura del nichilismo. Né la poeta romana cede all’oscurità dello sperimentalismo contemporaneo, quasi che la positività del suo credo non possa non sposare la chiarezza dell’espressione, la quale si mantiene sempre su un registro mediano con qualche cedimento al tono colloquiale, così che pensieri, riflessioni, immagini giungono al lettore immediati, senza filtri, senza infingimenti. Quella della Marulli è una poesia variegata, aperta a tutti i temi: da quelli civili a quelli memoriali, da quelli attinenti alla dimensione terrena a quelli metafisici; e però essi sono cuciti insieme dalla consapevolezza del mistero dell’esistere e della sua complessità non definibili, né risolvibili. Ecco perché nel suo dire assume centralità il percorso (o i Percorsi, come recita il titolo) che ciascun uomo compie nel bene e nel male, nel dolore e nella gioia, piegandosi “come un ramo davanti al tempo”, fino a quando, con la morte, non si aprirà quel dove imperscrutabile (“quel luogo dove ritrovarmi”), inizio e fine, in una prodigiosa circolarità o se si preferisce nel paradosso del cerchio”, così come s’intitola la seconda delle tre sezioni in cui si divide la silloge. L’esergo (una citazione da Machado) così, infatti, dice: “Viandante sono le tue impronte/ la via e nulla più;/ Viandante non esiste un sentiero/ il sentiero si crea camminando.” Per l’impasto degli argomenti, dei timbri emotivi, per l’interrogarsi sensibile dell’anima di fronte agli accidenti della Storia, si ha l’impressione, leggendo i testi della Marulli, di trovarsi di fronte ad una spirituale concretezza, ché visibile ed invisibile, immanenza e trascendenza sono mescolati insieme in nome di un dialogo incessante fra vita e morte, fra la sfera umana e quella divina, fra possibile e impossibile, fra realtà e sogno. Si tratta, insomma, di una poesia che si fa anche testimone di fede nel mondo, nonostante il male, nonostante la percezione di una bellezza continuamente minacciata, che evita l’intellettualismo per desiderio di condivisione, e la cui intonazione sembra scegliere la semplicità di una conversazione con i propri lettori.
Franca Alaimo
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Franca Alaimo è nata nel 1947 a Palermo dove vive. Ha scritto una quindicina di libri di poesie. Con il romanzo breve L’uomo dell’incoronazione Serarcangeli, ha esordito nella narrativa. E’ autrice di saggi sulla poesia di numerosi autori.