Francesca Innocenzi per Antonio Corona con «Oltre la neve»
![]() Oltre la neve
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autori: | Antonio Corona |
formato: | Libro |
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Antonio Corona, Oltre la neve
La neve si fa inusuale metafora delle fasi di creazione poetica
Nella silloge Oltre la neve (con postfazione di Antonio Fiori) Antonio Corona propone un percorso di lettura in cui la neve si fa inusuale metafora delle fasi di creazione poetica, come l’autore stesso rivela nelle brevi introduzioni alle quattro sezioni di cui si compone il volumetto: Sublimazione, Caduta, Riposo, Ritorno alla terra; dal primo apparire dell’idea fino al condensarsi sul foglio bianco in un aggregato di parole destinate a permanere, a sedimentare, per poi trovarsi a fare i conti con la loro portata di verità oltre la contingenza. Nel dichiarato intento di «far nevicare con la poesia», Corona mette in luce le potenzialità espressive del verso, che assume il compito di raccontare, in una forma asciutta e concisa, le sensazioni dell’animo umano nella loro polimorfa complessità. La neve, come la poesia, è il tempo dell’incanto, uno sguardo altro illuminato di meraviglia che si apre sul mondo, lo sguardo che ha dato origine ai primi interrogativi sulla genesi dell’esistente. Ma la parola poetica è chiamata a proseguire il proprio compito quando la coltre bianca si scioglie; ecco allora che l’opera vuole essere un invito ad onorare la capacità, intrinseca alla poesia, di disvelare il vero in tutte le sue facce, dalla quotidiana fatica all’amarezza, dal sogno
all’incubo.

All’interno di questa esperienza epifanica riveste un ruolo cardine il sentimento amoroso. Placida e silenziosa, la neve accompagna la catarsi, ma anche il tumulto dei sensi. Il freddo e il caldo, opposti speculari, annientano simbolicamente la distanza tra gli spazi siderali e il calore dei corpi: «Dormiremo nel deserto/ sulla sabbia calda/ ma stretti al freddo delle stelle/ per stringerci più forte». Poiché l’amore, come la poesia, è motore in un processo creativo, la rappresentazione dell’io che si unisce al tu si concreta in una significativa similitudine: «atterro in un tuo abbraccio come neve». Il fenomeno atmosferico è scaturigine materica della passione amorosa, in un procedere malcerto, a rischio di inciampi e cadute. L’io poetante ci mostra come il sentimento amoroso splenda in tutta la sua bellezza quando a vivificarlo è una forza intrinseca e spontanea, senza aspettative né forzature. Se reca il marchio dell’autenticità, l’amore supera ogni limite e confine ed è un’esperienza totalizzante: «Ci si innamora di tutto, anche di un’idea». Nel tentativo di conferire
una consistenza empirica ai sentimenti, l’amore si configura di frequente come illusione e sogno, nutrito dalla mancanza dell’amato. La sua onirica intangibilità rimanda ad una doverosa sacralità, oggi per lo più rimossa a favore di una semplicistica e profana reificazione, della riducibilità ad oggetto privo di valore al di fuori della fruibilità immediata.
Per il poeta la riflessione intorno all’eros coincide con la ricerca di senso nel percorso della vita.
Così tra le pagine della raccolta si dispiegano assenze dolorose, determinate da incontrovertibili leggi di natura: si legga In una vecchia firma, a mio avviso uno dei componimenti più riusciti: «Nero su bianco permane agli atti/ un passaggio di morte obbligata/ che ci offende in scala 1:100/ come un progetto, studiato a tavolino». Scandagliando la sostanza delle cose, è inevitabile imbattersi nel vuoto e nel silenzio, parti costitutive del tutto. Il vuoto si manifesta, da un lato, come inspiegabile voragine, a cui non c’è risposta se non in un confortante ritorno alla terra; dall’altro, come innata saggezza, condizione indispensabile per accogliere il silenzio, che sempre accompagna l’elaborazione di un pensiero di spessore. In questo modo si presta la dovuta attenzione al bambino
interno, che non smette di reclamare il proprio diritto all’esistenza, neppure quando il volto è ormai una «barca di rughe».
In un enunciato che persegue il più delle volte l’essenzialità della parola, l’io poetante cerca un costante e immediato dialogo con il lettore, all’insegna di una sapienza atavica e genuina, entro la prospettiva della condivisione di un vissuto comune, affinché oltre la neve baluginino ancora la poesia e l’uomo di ogni tempo.