Gian Marco Walch per Claudia Cangemi
25.02.2015
![]() L'arte del presente
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autori: | Claudia Cangemi |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Gian Marco Walch per Claudia Cangemi - L'arte del presente
“I geologi scrivono per i geologi”, affermava, con uno snobismo pari solo all’ipocrisia, magari inconscia, il poeta Sally-Prudhomme. E infatti gli conferirono il primo Premio Nobel per la letteratura. Solo un pugno di confratelli in lettere che altri non rappresentavano che se stessi? E lui, l’aristocratico Sally-Prudhomme, davvero scriveva soltanto per loro? Certo, il poeta corale, che crede di racchiudere in sé la voce del mondo, è più che dubbio esista, neppure il cosmico Neruda. Il poeta è sempre solo, alle prese con il suo Io, o con il suo Sé, con il conflitto fra il profondo che gli detta e la ragione che lo corregge. In cerca della forma che gli consenta di raggiungere l’Altro, di raccontarglisi, di confidarsi con lui.
Troppi i poeti, oggi. Che la forma, indispensabile al di là dei comandamenti crociani, non la raggiungono, o banalizzandola, o ottenebrandolo in cervellotiche elucubrazioni – no, l’ermetismo era ben altra cosa… -. Claudia Cangemi evita entrambi i baratri: sì, perché la parola, povera innocente, non sa che il baratro è il suo rischio. E lo dimostra appieno con “L’arte del presente”, il suo terzo libro di poesia, appena uscito per i tipi de La Vita Felice. Volume articolato, scandito in quattro sezioni, felicemente equilibrate. Come sono equilibrati gli articoli che, da caposervizio che ama il suo mestiere, pubblica sulle pagine culturali del Giorno.
“L’arte del presente”, ovvero l’arte di vivere, prima ancora che di scrivere, arte si direbbe sempre più difficile, e spesso dolorosa. E il cuore del libro di Claudia Cangemi batte proprio nei versi raccolti sotto il titolo “La tentazione del nulla”. Scegliamo: “Dopo il diluvio / delle lacrime / soffro la siccità / della mia terra / stanca / di aspettare / gocce di rugiada”. E ancora, esplicitamente a proposito del vivere: “La fatica di vivere / mi incolla al letto sfatto / Il passato è un vetro rotto / in frammenti / irrimediabili”.
Può segnare una frattura inattesa, una cesura che necessita di cicatrizzarsi, il passato. Ed è lui, allora, a chiedere di essere sanato con arte. Lo chiede e, per fortuna, lo esige. O con una risalita ancora più addietro, al confine confuso fra umanità e mito: “Creare la vita / con un gesto d’amore / Questo è l’unico atto / davvero divino / concesso / al genere umano / Ringrazio la sorte / d’esser nata donna”. O inerpicandosi sui sentieri, inizialmente quanto scoscesi, sdrucciolevoli, infidi, poi più morbidi, piani, della speranza: “La macchia / di colore / di coraggiosi / ciliegi in fiore / spezza / la monotonia / della città grigia / e intirizzita / sotto la pioggia / Primavera verrà”.
Di sicuro ha scritto, e scrive, e scriverà per sé, Claudia Cangemi, Ma, insieme, non solo per i poeti. Piuttosto per chi la poesia la ama. E può trovare nelle sue pagine un amico, un compagno. Così da fare proprio il distico che chiude la poesia che dà il titolo all’intero volume: “Questa volta / proverò a godermi il viaggio”.