Giuseppe Vetromile per «La sete della sera» di Agnese Coppola
13.11.2021
![]() La sete della sera
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autori: | Agnese Coppola |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Il viaggio nella carnalità dei sentimenti in "La sete della sera", di Agnese Coppola
Di Agnese Coppola, autentica rivelazione poetica di questi ultimi tempi, ci eravamo già occupati avendola inserita nel volume XXVIII dell’Antologia “Transiti Poetici” (antologieditransiti.blogspot.com). La ritroviamo e la riproponiamo qui, con questi brani tratti dal suo recente libro La sete della sera, edito da La Vita Felice nel corrente anno. Un’opera di spessore, che conferma la rapida ascesa della nostra autrice, originaria di Nola ma residente nel milanese dove svolge nella sua attività di docente. Questo libro, che è ulteriormente impreziosito dalle note introduttive di Rossella Tempesta, altro nome di rilievo nel panorama della poesia italiana, e da una accurata postfazione di Roberto Comelli, è senza alcun dubbio un progetto poetico robusto, intelligente ed anche esteticamente ragguardevole; vi si nota un linguaggio poetico di alto profilo, il che dona a tutta la raccolta la giusta aderenza e coerenza all’autentico modo di fare e scrivere poesia: una non plausibilità di immagini e di riflessioni sul mondo e sui sentimenti, una non ovvietà di certe espressioni sdolcinate e scontate, bensì un vigore sempre nuovo e rinnovatore, un dire anche altro partendo da flash iniziali, che riescono a suscitare nel lettore una visione più ampia e ricca rispetto al corpo primario del testo che, come diceva il buon Ungaretti, deve appunto contenere un velato segreto che potrà rivelarsi solo dopo aver interiorizzato e metabolizzato il brano poetico.
Poesie dunque che partono da asserzioni quasi lapidarie, laconiche, ma che poi deflagrano nel suggerire universi ampi gremiti di luci, di afflati emotivi, di sentimenti ma anche di impeti di carnalità e di forti aneliti di vitalità schietta, quasi primitiva, nel senso di potenziale capacità di ricreare, come all’origine, il tempo e i giorni dell’uomo. Indubbiamente, come si afferma anche nella prefazione della Tempesta, c’è in queste poesie un forte accento erotico, ma un erotismo che maggiormente coinvolge e interessa la sfera della genuina e primaria affermazione della vita, come dicevo più sopra, riferendomi al potenziale vitale insito in ciascuno di noi e che preme dall’interno, sollecita costantemente il nostro comportamento, suggerendoci di superare schermature, falsità, convenzioni, omologazioni, in una società come quella attuale dove ogni cosa e ogni sentimento ha perso ormai la patina dell’autenticità.
E in questo universo fortemente richiamato all’essenzialità e alla genuinità dei sentimenti, l’Autrice individua e centra il progetto poetico di tutta la sua raccolta: una vita svestita di tutte le vane apparenze, dei fronzoli ingombranti, dei fardelli imposti e degli inutili e viziosi giri di parole, per lasciare spazio al vero motore dell’esistenza, la forza generatrice dell’amore, intesa nella sua capacità e potenzialità di rigenerare la vita; e come recita Agnese Coppola in un suo testo iniziale: "Amo di Adamo il miele / dalle labbra scivola / e sazia. /Ripide le rapide dorsali / a mani nude tento / lo scalo di roccia e neve…", questo amore totale, che va al di là di ogni aspetto fisico e sentimentale, al di là di ogni idealizzazione trascendentale, si pone, nel dettato poetico dell’autrice, all’origine e al centro della vita, celebrandone anche il profondo piacere fisico che l’accompagna.
La sete della sera è dunque questo viaggio nella carnalità dei sentimenti, narrato a volte con dolcezza, altre con nervose punte di ironia (“…Uomini misurano distanze / tra le vicinanze strette / dei miei monti…”; “Le costellazioni sono lì / da anni e noi siamo / briciole di pane quotidiano, / Dio mastica l’infinito / e ci sputa.”…), e lungo il quale non mancano feed back di ricordi nostalgici (“…ho ombre e fiato / che si allungano sul sorriso / di mio padre, nella ciotola / le nocciole dicono che / padrona è la sera”).
Un’opera letteraria di grande pregio, che si colloca certamente tra le migliori proposte poetiche di questi ultimi tempi, per l’attualità e per l’originalità della trattazione di un tema alquanto complesso come l’amore, senza scadere in facili e piatte etichettature e formalismi di cui sono piene molte scritture poetiche simili, ma anche per il dettato, convincente e avvincente, sobrio ma diretto e colto.
Da La sete della sera proponiamo qui di seguito alcuni brani, invitando i nostri lettori ad esprimere, se lo vorranno, altri graditi commenti o spunti di riflessione.
Amo di Adamo il miele
dalle labbra scivola
e sazia.
Ripide le rapide dorsali
a mani nude tento
lo scalo di roccia e neve.
Il miele di Adamo bagna
petali di pelle bianca
e lascia che la notte vada.
Uomini misurano distanze
tra le vicinanze strette
dei miei monti.
***
Da vicino il fiume
segue l’incostanza
delle tue parole,
il manto animale
tracciato dalle stelle
sulle sinapsi invisibili
di quel vago sapore di-vino.
Da lontano lo spettacolo
di ogni fiume
ha portate regolari;
in contrasto i pagliacci
agitano il sorriso.
E piove la sete della sera.
***
Mi ostino. Dico. Buona notte
sono coriandoli le stelle
grattugiate nella notte.
Le falde faglie a parola
tra i denti battono
Senti. Lo schianto. Il Silenzio.
Gli angoli di luna
affettano gli occhi.
Le costellazioni sono lì
da anni e noi siamo
briciole di pane quotidiano,
Dio mastica l’infinito
e ci sputa.
Ho appeso corde
ai bottoni del cappotto
Ho cucito gli avanzi
che l’universo mi deve.
***