Giusy Capone intervista Salvatore Sblando sulla raccolta «Lo strano diario di un tramviere»
![]() Lo strano diario di un tramviere
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autori: | Salvatore Sblando |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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articolo su giusycaponehone.blog
o strano diario di un tramviere: su quali temi si innesta la sua riflessione?
La raccolta propone scenari urbani di Torino -città dove sono nato- con echi alla Sicilia e Palermo, mia terra d’origine.
Attraverso questo viaggio nel tempo e nei luoghi vissuti o anche solo immaginati, cerco di dare risposte agli interrogativi che la società, la scrittura e i sentimenti mi pongono. Nei sentimenti si innesca anche il rapporto con mio padre, recentemente mancato.
In un tempo politico, sociale ed economico che grida l’impellente bisogno di tessere un dialogo con sé stessi, la conflittualità interiore può essere lenita dalla Poesia?
Per me poesia è sicurezza. La scrittura è sicurezza. La poesia e la scrittura possono essere mezzi per testimoniare il proprio passaggio e con esso le azioni che compiamo alla continua ricerca di dialogo, non solo con se stessi ma anche con il mondo che ci sta attorno.
Torino, la tramvia: il suo “viaggio” è faticoso, scosceso, una scalata a mani nude. Il dolore come condizione ontologica?
Il dolore e la passione sono spesso motivo di ispirazione ma è solo nel silenzio che trovo, fra gli spazi del mio tempo, il compimento che porta alla scrittura. L’isolamento dal mondo per parlare al mondo.
Il suo lavoro la conduce ad incontrare un cospicuo numero di persone quotidianamente: qual è il ruolo dell’immaginazione nel percepire chi è ignoto e vestirlo di realtà?
Il mestiere del tramviere offre senza dubbio uno sguardo assai originale. Un passeggero che sale, un altro che scende, altri che richiedono la fermata.
Tutto ciò che spesso si riflette e si intravvede dallo specchietto retrovisore, può essere motivo di riflessione e, per citare Wislawa Szymborska, di tanti non so.
Lei scrive versi che narrano una quotidianità quasi atemporale, in cui si stenta a riconoscere il contesto storico in cui la vita si svolge.
La vita umana vive una costante condizione di anonimato?
No non credo, cerco sempre di attingere dal locale per dare ad esso un significato e una eco universali.
Una cara amica poetessa definì un tempo la mia scrittura a mo’ di paradosso, una sorta di localismo universale.
Salvatore Sblando è membro del Comitato di lettura della casa editrice La Vita Felice, partecipa attivamente a reading e manifestazioni poetiche. La sua opera prima Due granelli nella clessidra (LietoColle, 2009) è giunta alla seconda edizione.
Attivo nel panorama letterario torinese, è fondatore e collaboratore di alcune associazioni culturali. Fra i curatori di diversi festival letterari, a gennaio 2015 inaugura “Aperipo-Etica”, rassegna di cultura, poesia e letteratura contemporanea.
All’interno del proprio LIT(tle) Blog (www.larosainpiu.org) è solito ospitare le migliori voci del panorama poetico italiano. A fine settembre 2014 pubblica il suo secondo libro di poesie, Ogni volta che pronuncio te (La Vita Felice).
Il 15 gennaio 2016, insieme ad Anna Maria Scala e Diana Battaggia, fonda l’Associazione culturale Periferia Letteraria (www.periferialetteraria.org).