Il sentimento barbaro di N. Stepanova su Mangialibri (G. Grattarola)

Il sentimento barbaro di N. Stepanova su Mangialibri (G. Grattarola)

Il sentimento barbaro

Nell’ora in cui l’inverno dello spirito avanza l’incanto della naturalezza ripiega all’ombra nostalgica della memoria: “Fermo è il fiume al guado di ghiaccio,/ dormono gli alberi di bianchi miracoli./ Il desiderio della neve rimane in me.” Mentre il sentimento della bellezza emana i suoi ultimi bagliori l’animo del poeta non si chiude rabbrividendo tra i propri confini. Spia con attenzione impietosa i segni del decadimento e della degradazione: “Questo vento disperato mi si addice/ il mio cuore oggi è la sua fortezza/ il suo rosso castello di carte.” e la sua voce assume l’accento inaudito e drammatico di un’insoddisfazione profonda, quella cui si rivela il deserto arido della vita: “Il Signore dei Mercanti/ ha seminato e ha raccolto/ la brama dell’avere,/ senza accorgersene,/ i suoi sudditi accumularono/ i frutti dell’invidia,/ inchinandosi all’essere/ effimero.” Tale è l’abisso che si apre tra lo sguardo e quelle inattingibili presenze, mentre l’amore è un’estasi che reca in sé l’amaro retrogusto della consapevolezza della sua fine inevitabile:” Verrà l’autunno tra di noi/ a passo d’oro sui viali spogli,/ verrà di arance e lune colmo,/ tra i cuori spezzati e non”...
Mentre un sorprendente rumore di fondo monta nei tempi di maggiore povertà della poesia, fa piacere trovare una silloge di versi al tempo stesso dimessa e colta, sapiente e leggibile. È una voce poetica di tutto rispetto quella di Natalia Stepanova - autrice di raccolte liriche in cui ha versato con mirabile suggestione gli umori espressivi delle sue origini russe nella nostra lingua e membro della Giuria del Premio Internazionale Puskin – il cui stile denota un’intensa frequentazione con i testi dei maggiori poeti del Novecento insieme con una problematica di lieve complessità, fatta di specchi tormentosi, immagini indecifrabili, enigmi del cuore e segni da interpretare con l’angosciosa sensazione che sia ormai troppo tardi. E mentre il pensiero si dibatte tra memoria e vita tra pensiero e realtà, i fenomeni della natura – crepuscoli, notti, stagioni, attimi sospesi nell’attesa o nel presagio – accompagnano e commentano con una pregnante forza simbolica, che colloca i versi di questa preziosa raccolta sul versante più maturo della poesia.