Intervista a Giuseppe Meluccio - Opera prima - a cura di Rita Pacilio
19.06.2017
![]() L'enigma cosmico
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autori: | Giuseppe Meluccio |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Intervista a Giuseppe Meluccio - Opera prima - a cura di Rita Pacilio
articolo su http://www.sanniolife.it/sanniolife/?p=23295
- Cosa rappresenta per te la poesia?
La poesia per me non è un genere letterario, bensì un’azione, un fare. Dal mio punto di vista le forme e le parole della tradizione sono soltanto funzionali all’atto poietico: esso ne è indipendente e consiste allora, piuttosto che in un’imitazione tecnica di strutture e stili a cui si subordina il senso, nella creazione di un sistema di parole che ‘investa’ di significati il lettore, autore compreso, in quanto le potenzialità espressive del componimento poetico sono messe a punto per essere oggettive, cioè valide per chiunque comprenda la lingua in cui è scritto. Del tutto soggettivi sono invece i risultati che una poesia può avere sul lettore, il quale addentrandosi in essa vive un’esperienza, vive un assaggio particolare di vita creato per lui dal poeta e ne esce accresciuto dall’aver vissuto – più che analizzato – una costruzione di significati, un insieme non di parole ma di senso attraverso parole. Per far questo, cioè per essere comunicativa e ‘traumatica’ (nel significato etimologico), la poesia si avvale quindi della sua caratteristica fondamentale, che la contraddistingue da qualsiasi altra produzione umana di tipo linguistico-concettuale: un’assoluta libertà espressiva, essenziale per avvicinare eventi, sensazioni, pensieri tra i meno descrivibili e allo stesso tempo tra i più profondi della vita. La poesia, dunque, di per sé è sempre testimonianza dell’esistenza, e una volta assorbita dalla mente del lettore diviene essa stessa esistenza.
- Da cosa scaturisce il tuo progetto poetico? Chi o cosa ti ha ispirato?
Il mio progetto poetico scaturisce da un’acuta curiosità verso la natura e soprattutto verso le persone, nonché da un interesse di lunga data per le scienze e uno più recente per questioni filosofiche. Così la mia poesia è un’espressione sincretica e ‘privilegiata’ delle mie esperienze: tra quelle che più mi hanno ispirato, citerei in particolare il felice incontro con il poeta Bruno Galluccio.
- Un libro di poesia vuole cambiare, rinnovare, ripercorrere, ripetere, ribadire, stupire … segnala al lettore altre ‘azioni’ poetiche che più si accostano al tuo progetto di scrittura in versi.
Oltre al provare a stupire, tra le altre azioni poetiche che più si accostano al mio fare poetico indicherei il tentativo di ‘ravvivare’, ‘vitalizzare’ il lettore, cioè di sensibilizzarlo su questioni fondamentali, esistenziali, invitandolo a valutare sempre con zelo tutto ciò di importante che accompagna e caratterizza la sua vita … nonché a goderne.
- Il linguaggio poetico deve necessariamente essere pervaso da tematiche personalistiche? Cosa pensi al riguardo?
Penso che non sia affatto necessario, ma che anzi si possano ottenere risultati ragguardevoli anche con tematiche che non hanno alcuna relazione specifica con l’autore. Per quanto obiettivamente un componimento poetico nasca da uno o più autori, mi piace direi, infatti che “la poesia ha solo lettori”.
- La scrittura di un’opera prima spera in una comunicazione, civile, etica, estetica, filosofica, psico-sociologica? Quale è l’obiettivo primario: la bellezza del verso fine a se stesso, il significato, il significante?
Se un autore si impegna nel pubblicare una propria opera, egli deve sempre puntare a realizzarla in modo tale che essa sia particolarmente comunicativa, indipendentemente dal fatto che questa possa essere la prima o l’ultima della sua vita. L’obiettivo primario tra quelli suggeriti, allora, non può che essere il significato, per quanto indubbiamente esso debba essere comunque trasmesso mediante un sistema ben curato di significanti.
- La sofferenza e/o il silenzio sono condizioni indispensabili per fare buona poesia? C’è chi sostiene che la poesia sia morta. A cosa serve la poesia, e soprattutto, serve qualcuno e/o a qualcuno?
Non ritengo che la sofferenza e il silenzio siano indispensabili per fare una buona poesia, tra le condizioni essenziali indicherei invece l’attenzione nell’osservare la realtà e la cura, lo studio del proprio linguaggio; l’unico silenzio che mi ispira, semmai, è quello delle stelle.
La poesia serve a esprimere ed esperire qualsiasi cosa che descritta in altri termini – scientifici, filosofici … – andrebbe a perdere un fondamentale valore comunicativo e soprattutto rischierebbe di non essere vissuta, goduta, apprezzata. La poesia serve a vivere ‘un po’ di più’. Pertanto non ‘vale’ di più o di meno rispetto alle scienze e alla filosofia, semplicemente è altro, ed è sicuramente un qualcos’altro di profondo ed emozionalmente intenso. Per cui … vale la pena scrivere e/o leggere poesia oggigiorno? La risposta non potrebbe essere più netta e ardente: sì.
La poesia serve a esprimere ed esperire qualsiasi cosa che descritta in altri termini – scientifici, filosofici … – andrebbe a perdere un fondamentale valore comunicativo e soprattutto rischierebbe di non essere vissuta, goduta, apprezzata. La poesia serve a vivere ‘un po’ di più’. Pertanto non ‘vale’ di più o di meno rispetto alle scienze e alla filosofia, semplicemente è altro, ed è sicuramente un qualcos’altro di profondo ed emozionalmente intenso. Per cui … vale la pena scrivere e/o leggere poesia oggigiorno? La risposta non potrebbe essere più netta e ardente: sì.
- Scrivono tutti e leggono in pochi. Secondo te è un luogo comune? Tu leggi poesia? Da quanto tempo? Chi sono gli Autori classici e contemporanei che hanno influenzato il tuo percorso poetico?
Se è vero che a scrivere in versi siano in tanti, non penso che siano pochi coloro che leggono poesie; ma in ogni caso ritengo che, come mai prima d’ora probabilmente, sia davvero importante impegnarsi per una diffusione sempre maggiore della poesia.
Personalmente, sebbene trascorra gran parte del mio tempo a leggere di scienza e di filosofia, quando leggo delle opere letterarie queste sono quasi sempre di poesia. I poeti che più hanno influenzato la mia formazione sono Giacomo Leopardi, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Cesare Viviani, Mark Strand, Bruno Galluccio.
Personalmente, sebbene trascorra gran parte del mio tempo a leggere di scienza e di filosofia, quando leggo delle opere letterarie queste sono quasi sempre di poesia. I poeti che più hanno influenzato la mia formazione sono Giacomo Leopardi, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Cesare Viviani, Mark Strand, Bruno Galluccio.
- Quale poesia del tuo libro vorresti fosse letta maggiormente dai lettori?
Se dovessi sceglierne soltanto una, direi il quarto dei sei componimenti del testo Funzioni pedagogiche di sesto grado:
E se
siamo
petali
tutti diversi,
fioriamo sulle spirali
dell’unica, stupenda sezione aurea.
siamo
petali
tutti diversi,
fioriamo sulle spirali
dell’unica, stupenda sezione aurea.
Scritta in versi dalla lunghezza in sillabe equivalente alla serie dei numeri di Fibonacci, questa poesia vuole ricordare che, al di là di qualsivoglia differenza, tutti gli esseri umani hanno una radice comune, proprio come la sezione aurea che in natura, sotto forma di armoniche figure e rapporti costanti, si ritrova un po’ dappertutto, come ad esempio nella disposizione a spirale dei petali in svariate specie floreali.
- Nel tuo futuro prevedi altre esperienze editoriali? Perché?
Penso di sì, perché l’esperienza dell’opera prima mi ha allo stesso tempo ‘saziato’ e ‘affamato’, mi ha cioè dato tanta preziosa esperienza ma anche tanta voglia di fare di più, di conoscere tante persone e di diffondere i miei versi. Non vedo l’ora, insomma, di poter condividere con i lettori le mie prossime poesie, a cui sto già lavorando.
Giuseppe Meluccio è nato a San Gennaro Vesuviano nel 1998 e vive a Roccarainola (NA).
Studente presso il Liceo Scientifico “E. Medi” di Cicciano, frequenta i laboratori di poesia di Carlangelo Mauro. È appassionato di storia della filosofia e si occupa di critica letteraria: ha pubblicato il saggio su La misura dello zero di Bruno Galluccio e uno su Vite pulviscolari di Maurizio Cucchi.
Dopo il liceo si iscriverà a Fisica, materia di cui è appassionato cultore.
Studente presso il Liceo Scientifico “E. Medi” di Cicciano, frequenta i laboratori di poesia di Carlangelo Mauro. È appassionato di storia della filosofia e si occupa di critica letteraria: ha pubblicato il saggio su La misura dello zero di Bruno Galluccio e uno su Vite pulviscolari di Maurizio Cucchi.
Dopo il liceo si iscriverà a Fisica, materia di cui è appassionato cultore.