Irene Giacomelli per Adua Biagioli Spadi
![]() L'alba dei papaveri
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autori: | Adua Biagioli Spadi |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Adua Biagioli Spadi con “L’Alba dei papaveri” – Poesie d’amore e identità – Ed. La Vita Felice (MI)
La raccolta è frutto di un lavoro durato dal 2007 al 2014, durante i quali come Leopardi nei suoi “sette anni di studio matto e disperatissimo”, Adua ha compiuto un percorso introspettivo che poi si è concretizzato in una vera pubblicazione motivata dall'esigenza di “parlarsi” e di parlare, da una ricerca prima di valutazione e poi di condivisione proprio su due ingredienti molto importanti della vita dell’autrice, ma credo di tutti: amore e identità. La raccolta di 69 liriche prende il titolo da una poesia omonima che viene collocata a metà della silloge e riprende il quadro sulla copertina che ha dipinto proprio l’autrice.
Vorrei soffermarmi sul PAPAVERO, sulla simbologia legata al papavero.
Abbiamo detto che ricorrono nel dipinto, nel titolo della raccolta e di una lirica, ma anche in altre poesie (Io colgo te p. 14: “Dovessi indugiare /come alba al suo nascere / nei papaveri della mia vita / o attendere una morte / così come esistenza ho sospirato / il tuo sommerso sguardo scorgerò, / e cristallina tua parola / a liberare il vento intrappolato”; Scegliere p. 26: “Ci sono montagne a respirare / da polmoni immensi, / distese di papaveri al Nord / dove ho raccolto i sogni”; Quando mipiaccio p. 43: “Quando mi piaccio / mi perdo nei simboli, / tutto scivola via e scrivo, / respiro solo papaveri rossi / appoggiata all'albero aggrappato del bosco”).
Abbondante è l'impiego dei colori che creano soprattutto ricercate immagini che al lettore si stagliano di fronte agli occhi. Il colore rosso è il predominante, il rosso vince sugli altri ed infatti gli è dedicata la lirica iniziale della raccolta, sono enfatizzate le immagini legate al rosso: rossi sono i papaveri, ma anche i lamponi, le ciliegie di giugno, il fuoco, il sole, l'orizzonte, i boccioli dei fiori, il corallo. Ma tutta la tavolozza della pittrice è rappresentata sia direttamente nominando il colore: p. 16 “sapore deluso di argento” p. 37 “i sassi d'argento”, p. 56 “nel verde pregnante dell'esistenza”, p. 19 “dovevo saperlo che eri grappolo di acini / intrappolato nel mescere dell'ocra” p. 37 “orgoglio troppo azzurro” sia indirettamente alludendo al colore: p. 45 “una stanza di latte (==> bianca)”.
E mutuata dall’autrice- pittrice è anche la forte presenza di elementi naturali, un vero e proprio trionfo della Natura che prende vita:
p. 42 “Quando mi piaccio / accarezzo petali e fragole, / i ramarri e le ranocchie, / inseguo lucciole al buio / l'eleganza della mantide”, p. 60 “solo l'argilla festeggia la pioggia” e tanti tanti altri. Natura e colori si compenetrano e si completano.
Abbiamo detto che le liriche di Adua sono ricercate e preziose per una serie di motivi ai quali aggiungo la ricercatezza lessicale e l'architettura sintattica: raffinati i neologismi ed i personalismi lessicali come “pioggia riverberina” p. 22, “bruscello” p. 19, “ricordi arrufolati” p. 21. Sottolineerei la potenza evocativa della parola: Tutta la vita p. 36;
Bellissimo p. 59; molte e preziose le figure retoriche, come le sinestesie “vedo … il profumo dell'incontro” p. 37, “fuma lieve il profumo di candela” p. 52, o l'allitterazione “ aleggiare … vagheggiare” p. 45, ma anche anastrofi, metafore.
I miei studi di letteratura classica mi hanno aiutata a creare confronti letterari e mi hanno spinta a dare un giudizio:la poesia di Adua è di altri tempi ecco forse i numerosi premi che ha ottenuto; nel linguaggio della poesia di Adua c'è quella potenza evocativa tipica degli antichi cantori che con la sola forza della parola dovevano allietare, tramandare e farsi accettare nella società; una poesia evocativa, complessa perché ricercata ed aulica, ma comprensibile.
L'elaborazione di metafore con i colori mi ha richiamato alla memoria Saffo, il fascino della natura tipico delle descrizioni dell'Odissea ma anche Orazio Od. I 1 Carpe diem, quamcredula postero perché nelle liriche, seppur dedicate a temi diversi (il silenzio, la notte, l'inverno, il Natale, Pistoia e Milano, i poeti, la pioggia, la malinconia, i suoi genitori...), Adua si concentra sull'oggi, ma anche su ieri, perché è proprio grazie al passato che esiste il presente.
Oggi, il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria e generando in molti la poca attenzione ed il non piacere verso la poesia. Grazie ad Adua chi nutre questi sentimenti si dovrà ricredere.
Irene Giacomelli