«La direzione del silenzio» di Salvatore Contessini. Intervista di Rosanna Frattaruolo
![]() La direzione del silenzio
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autori: | Salvatore Contessini |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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- “La direzione del silenzio” che diviene oro di quiete, scrivi . Perchè questo titolo?
Per quasi tre lunghi anni non sono riuscito a comporre testi poetici da ritenersi appaganti provando per questo un disagio mai conosciuto prima, vivendo nel continuo travaglio della mancata parola. L’inadeguatezza creativa annichiliva parte del senso alla vita, allargando il paesaggio desertico che mi trovavo intorno, privo di riferimenti orientativi capaci di indicare la direzione da prendere.
Il tempo trascorso in tale condizione è stato insopportabilmente lungo, al di sopra della mia portata. Non riuscivo a credere agli amici poeti che sostenevano di aver avuto una simile esperienza. Ritenevo costoro incapaci di comprendere che per me l’attesa ispirativa si faceva snervante. Questa mia limitazione ha determinato l’affanno e lo stimolo per una diversa ideazione, la ricerca di un progetto capace di soddisfare quanto in me andava maturando; la nuova forma si è sviluppata dal silenzio e ha riscoperto nella mia più intima essenza quale fosse la direzione da seguire. Ecco dunque la sintesi del titolo che avrebbe raccolto il ritorno ai testi poetici con la nuova valenza che mi occorreva.
- Come nasce questo tuo progetto di scrittura?
La direzione intrapresa si è fatta nuova forma di comunicazione pregnante, destrutturata, che fa a meno delle molte parole superflue in cui siamo sommersi orientandosi alla qualità di esse. Quando tutto tace, avviene comunque una trasmissione di segnali, gli equilibri in gioco indicano i rapporti con lo stato interiore; il tramite del silenzio altera la dilatazione che produce l’assenza della parola, il silenzio si lascia osservare e narrare, tracimando nel varco del troppo pieno, ritrovando una nuova poesia.
Non è stata più, la poesia, la necessità di dare un ordine a un insieme di eventi apparentemente immotivati, ma è divenuta ricerca di rarefazione di suoni che da accordi sono mutati in singole ieratiche note, per una diversa composizione versificatoria. Si è reso necessario il tempo del meditare, della rivelazione della stanza inesplorata, priva d’identità, dove era custodito quanto nell’animo era accaduto.
La parola ha perso la sua sonorità, scarnificato il proprio significato per cercare nuove valenze di forme che, come elementi primordiali, si potessero legare in fulminee catene acustiche. Lo sguardo si è fatto memoria, forza immaginativa, reminiscenza da cui far scaturire nuova fascinazione poetica capace di descrivere (raccontare?) le energie misteriose della vita.
- Quale l’architettura del libro?
Naturale conseguenza è stata la prosecuzione nel frammento, eletto quale espressione massima di sintesi creativa. Quest’ultimo considerato non quale regressione all’ermetismo Ungarettiano, bensì come evoluzione espressiva di una contrazione sintattica orientata alla semantica in quanto riferimento compositivo essenziale ed esaustivo. FRAMMENTARIA è l’ultima sezione, quella che per me è stata la più impegnativa e che mi ha preso più tempo. Chiude la silloge un EXPLICIT che sta ad indicare l’orizzonte verso cui proseguire la direzione intrapresa.
- In tre parole: l’essenza del libro
Essenzialità. Ridurre alla minima dispersione concettuale l’urgenza di comunicare in modo efficace agli altri e condivide la propria intimità.
Illuminazione. Nel silenzio della notte e nella scarsità di luce, alla sola presenza di riverberi, lo stato ipnagogico nel quale si scivola improvvisamente diviene ripetizione ecolalica fino allo stato di veglia o appunto da vergare sul taccuino che attende sul comodino.
Rigenerazione. La coscienza di quanto prima era solo latenza incontrollata per divenire scelta distintiva che si fa cifra peculiare.
- Apriamo il libro a pag….
Pag. 36
Meccanica di comportamento
I miei pensieri fermi ai mesi scorsi
avanzano in parole diradate
tra sorprendenti mondi attigui
dove si svolge metà della mia vita.
È così che scopro di essere
amante nell’incognita dei sensi,
osservatore parallelo
posto tra il diaframma dell’ipocrisia
e gli intagli di tempi
agiti come fenditure.
Pag. 63
Nomea
Accendo la bugia
per nutrire compagnia
alla solitudine che parla
e ascoltare il rumore
dei pensieri da visionario.
Celata nel mio nome
si vela la salvezza.
Pag. 74
Mutazioni
È sull’orlo della notte
quando il rumore tace
che le parole cambiano verso.
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