La pelle o la devozione all'anima di Gianmarco Busetto
![]() La pelle o la devozione all'anima
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autori: | Gianmarco Busetto |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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a ricostruire la pietà
a mappare l’abbandono, provo
le traiettorie dell’umile e
la velocità dell’innocente
ma questi occhi strappati
questo petto corrotto
queste mani caine
continuano a dire di pietre
in questa chiesa di parole
anche il sole zoppica
Si intitola “La pelle o la devozione all'anima” e raccoglie 42 poesie scritte da Gianmarco Busetto (La Vita Felice), attore, regista e poeta veneziano.
«Sono poesie che vanno a comporre un breviario di vita, una liturgia delle ore, perché in Gianmarco la poesia è un credo e una devozione. Sono liriche dove la metrica, il lessico, la singola parola, la punteggiatura sono forzati verso un dire impellente ma non per questo non meditato», scrive Anna Toscano nell’introduzione.
Due le sezioni, riassunte nel titolo del libro stesso.
La prima è intitolata e dedicata appunto a “La pelle”, intesa metaforicamente come corpo, come luogo abitato dai cinque sensi, percettori privilegiati di una realtà esterna che è sede di stimoli selvaggi, crudi, mai scontati, che sembrano assorbiti dal corpo dell'autore, vero perno poetico dell'opera, con lo stupore del bimbo, attraverso una percezione emozionale che appare dotata, di volta in volta, di rinnovata verginità.
La seconda sezione “La devozione all'anima” risulta invece come un processo di metabolizzazione attraverso il quale l'autore rielabora emozionalmente gli stimoli raccolti e li rende esperienza. E' in questa parte che il focus poetico si sposta in ambienti più intimi, in stanze interne, nelle quali la percezione del mondo esterno si interseca con gli effetti e le vibrazioni che essa stessa ha provocato.
Alla luce di tutto questo, la divisione dell'opera in due distinte sezioni, unitamente alla congiunzione “O” che le separa nel titolo complessivo, appare come una provocazione che l'autore lancia alla contemporaneità. Oggi giorno la società occidentale, al contrario di quanto avveniva nell'antichità, ha scisso totalmente corpo e anima, delegando al primo una valenza prettamente organica ed estetica e, relegando la seconda nel ruolo di unica depositaria di tutte le percezioni spirito/emozionali. Alla provocazione che soggiace alla struttura dell'intero libro si contrappone quindi il contenuto poetico dello stesso, dal quale emerge che per l'autore, non solo non vi è alcuna divisione tra gli elementi ma che, al contrario, essi sono parte di un tutto inscindibile che permette al semplice “Esistere” di venire declinato in “Vivere”.