Luigi Cannillo per Claudia Cangemi
16.09.2015
![]() L'arte del presente
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autori: | Claudia Cangemi |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Claudia Cangemi, L'arte del presente, Ed. La Vita Felice, Milano, 2015
di Luigi Cannillo
Esiste un'Arte del Presente? La raccolta di Claudia Cangemi, introdotta dalla sensibile prefazione di Alberto Figliolia, contiene già nel titolo il riferimento a uno dei temi ricorrenti nelle diverse sezioni: Il Presente inteso non come pura contemporaneità, ma come la somma delle esperienze passate e delle opportunità future colte nella sintesi della immanenza. A questa sintesi allude giù la dedica ai genitori e ai figli. Ed è in questo senso che si dipanano le diverse sezioni.
La prima sezione, “Il senso del mondo” è rivolta agli affetti famigliari, nella prerogativa femminile di creare la vita, in particolare nella evocazione della figura della madre e, subito dopo, della figlia: «[...]/ Tutta la mia intelligenza/ coltivata in anni di studi/ non valeva l'istinto/ di una gatta randagia/ Così figlia mia/ ancor prima di nascere/ mi hai dato la prima/ lezione d'umiltà».
E' nella cerchia famigliare che si creano solidarietà e continuità, e anche la comune elaborazione dei lutti. Ai figli è dedicato il ringraziamento che chiude in modo fulminante la prima sezione. In quella successiva il mondo domestico si apre ad altre persone, gesti, incontri, luoghi, viaggi e personaggi (in particolare femminili), che compongono un quadro di vita e di relazioni articolato e dinamico. Vivere può rivelarsi pieno di incognite e rischi: «[...]/niente è per sempre/ ma l'illusione/ della sicurezza/ ci tarpa le ali/ e la fantasia». Ed è proprio qui che cominciano a diventare frequenti e significativi i riferimenti alla vita professionale, il lavoro e le responsabilità di giornalista che talvolta finisce per ridurre e poche parole di cronaca le vite degli altri. La Vita resta anche in questo contesto il valore di riferimento, nel mondo visto come una “immensa staffetta” nella quale si deve passare il testimone di un'esistenza d'amore e di bellezza e si deve mantenere il contatto con l'origine, in un rapporto di ricerca della comune essenza di uomini “diversi di pelle e di vita”. E' un percorso pieno di gioie e dolori, di progressi e arretramenti, di una ricerca continua del Senso, anche nell'attrazione per il lato nascosto e in ombra, “la forza/magnetica e oscura/ della luna/ dei poeti e dei pazzi.”. Qualla energia sensibile creatrice di arte e poesia.
Il dolore della perdita, della separazione emerge anche nella sezione “La tentazione del nulla”: «[...]/Ho smesso di amarti/ La rabbia occupa/ lo spazio del dolore/ e brucia di un fuoco/ ancora più devastante». E l'arrivo della solitudine, descritta con parola essenziali: «Solo pochi mesi fa/ il mio spirito/ prigioniero/ di troppi/ obblighi sociali/ anelava/ all'ora d'aria/ della solitudine/ Questa notte/ la casa vuota/ e silenziosa// mi raggela/ come una condanna». La morte si insinua nei contrasti della vita, nei meccanismi di opposizione che l'autrice mette in rilievo anche in alcuni titoli e nell'alternarsi di momenti lirici con altri del quotidiano: “Vicina e Lontana”, “Sogno e Bisogno”. Come nella separazione tra Passato e Presente, Crepuscolo e Aurora, nell'immagine dello specchio e del suo riflesso. Bisogna allora entrare coraggiosamente nella ferita che si crea tra queste opposizioni, cercare la sintesi; e lo si può fare scendendo al fondo delle cose, scrivendo sulla “pagina bianca”, cancellando e scrivendo di nuovo. Rovesciando la realtà “come un guanto”. Oppure guardando attraverso lo specchio: «[...]/ Ora soffio/ a pieni polmoni/ il mio vetro/ cristallino/ e mi guardo/ attraverso/ con sguardo tenero/ di madre/ che tutto capisce/ e perdona».
Ed effettivamente la vita ha in serbo delle sorprese, accanto alla solitudine e alla disperazione permane la resistenza agli eventi e nascono nuove esperienze. C'è una vitalità che rinasce malgrado tutto, e il desiderio di emozioni ricerca nuovi sogni e orizzonti, forse nuove illusioni. L'arte del Presente consiste allora nel liberarsi dagli obblighi anche professionali, ritrovare “il gusto di vivere” senza farsi risucchiare in un passato idealizzato, godere il viaggio della vita senza remore e imparare a voler bene a se stessi. Le poesie dell'ultima sezione, felici nella loro leggerezza, sono come un piccolo breviario sulla possibilità di ritrovare motivazioni e spunti di vita, osare essere felici attraverso nuovi affetti. Il contatto delle mani, delle radici che si protendono, si toccano e si intrecciano è l'immagine più nitida di questa espansione, della rinascita. Nei titoli delle poesie l'allegria, i semi, i fiori, il sole, il colore si rincorrono in un finale dove Vita e Luce, simbolicamente, combattono l'oscurità: «Guerra o pace/ la vita vince/ Anche con l'ultima voce/ invocherò la luce/ un'altra alba/ sia dolce o feroce».
Questa è anche la forza della raccolta, oltre che dell'esperienza esistenziale dell'autrice: non nascondere il dolore, la solitudine e la morte, ma affiancare e intrecciare a questi elementi l'energia vitale come presenza coesistente, affermarla nonostante gli ostacoli che si possono incontrare sul cammino. Claudia Cangemi dimostra una lucidità compositiva particolare nella successione ottimale delle sezioni e dei testi e in una scrittura limpida e dinamica, una onestà di fondo che le consente di riferirsi al proprio vissuto senza infingimenti e ombre, di offrirlo con semplicità a chi legge. E questo non è l'unico dono della raccolta: spesso le chiuse dei testi hanno non solo la funzione, prettamente letteraria, di concludere l'esposizione lirica. Piuttosto rifuggono la sospensione e mantengono il tono e la sintesi di un ammonimento, di un aforisma, la legge etica che deriva dalla parte iniziale della poesia. Anche involontariamente, senza moralismo o ipocrisie, espongono “l'Arte del Presente”.