Marco Bellini - inediti per semestrale "incroci"
![]() Sotto l'ultima pietra
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autori: | Marco Bellini |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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incroci semestrale di letteratura e altre scritture
anno XV, numero 29
gennaio-giugno duemilaquattordici
dossier: liberAzione
Estratto da La ruggine insonne
poesie di Marco Bellini
Vi sono luoghi che devono essere aiutati a parlare per continuare a dire ciò che hanno vissuto; luoghi non rumorosi, non eclatanti; emblematici santuari della memoria, che un popolo dovrebbe venerare se ci tiene a chiamarsi popolo. Su alcuni di questi luoghi è tornato, deliberatamente, Marco Bellini, poeta brianzolo la cui scrittura in versi non è nuova a questo genere di simbolici pellegrinaggi, come mostrano alcune delle sue raccolte edite: Semi di terra (2007); Attraverso la tela (2010); Sotto l’ultima pietra (2013).
L’eredità consumata
essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
L’hanno messa nei libri di storia
quella recente fatta di voci mosse
dai fiati; l’hanno messa dove sta ferma,
la resistenza; e tutti annuiscono
pensando di essere a posto.
Un’eredità consumata.
È bastata una pratica
le tasse di successione sono state
quelle letture precoci sui banchi di gesso
e inchiostro per un sapere beneducato
il timbro in calce e nessuno che obietta.
Dove si va a sbattere la testa?
Dove cercare uno specchio disobbediente
capace di un rimbalzo
che ti costringa alla paura?
Allungare il compasso spingendo il polpaccio,
cercare un posto più in là
che si faccia rileggere, lasciare
che altre terre sporchino le unghie
con le faccende maturate
tra i muschi a Thingvellir e mischiarle
ai sacchi neri che fanno la moda
in questo angolo di secolo
e al nostro impasto, il fango secco
degli anfibi a Montefiorino.
A piedi dalla pianura
Con la sabbia ancora nelle tasche,
Sereni sarebbe venuto qui,
avrebbe portato i propri errori e riposato.
I musei ci provano, anche qui
a Montefiorino un racconto che entra
un po’ dagli occhi un po’ dalla pancia.
C’è qualcosa di troppo pulito
in una teca messa lì per la guerra
per tenerla dentro; non sa essere
l’odore di un fiato che si spegne
i suoni del metallo che taglia o penetra;
la carne accuratamente lavata.
Qui i boschi delle colline sono una coperta
sopra i rumori degli anni quaranta
e il concime schizzato dalle arterie.
Qui c’è molto da toccare,
le case sparse sanno essere un paese
e le finestre stanno aperte
per passarsi il vino; così si pensa
che valga la pena. Per sapere ascoltare
la libertà nata come una bolla d’aria
bisognerebbe salire a piedi dalla pianura,
misurare la storia con la fatica.
Non siamo in grado di sentire
il rumore dei vermi dentro la terra
il nero caldo che sta sotto l’erba
e prepara il pane.
Cerchiamo gli strati di tempo
rivoltati con l’aratura invernale
e il profilo delle zolle come una spalla
dove si portava il fucile.
Come incontrare una soluzione
per una coscienza definitiva?
Restiamo dentro case inchiodate,
condividiamo l’esitazione di fronte
a ogni possibile linea tracciata
che sotto riporti l’atto di un bilancio.
Montefiorino: è stato il centro di una repubblica partigiana nella seconda guerra mondiale che gli è valso il conferimento della medaglia d'oro al valor militare.