Novità editoriale: G. Pascoli - Le più belle poesie
![]() Le più belle poesie [G. Pascoli]
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autori: | Giovanni Pascoli |
formato: | Libro |
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A cento anni dalla morte di Giovanni Pascoli, il libro propone una selezione di poesie scelte e commentate appositamente per scoprire o riscoprire uno dei maggiori poeti italiani.
Giovanni Pascoli (1855-1912) apre il Novecento poetico italiano. L’affermazione sembra scontata, in quanto le sue Myricae sono state edite esattamente nell’anno 1900 e l’altra sua raccolta più nota, Canti di Castelvecchio, è apparsa nel 1903; acquista però tutt’altro significato se si considera la straordinaria carica di novità apportata da Pascoli alla poesia stessa.
«Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.»
Giovanni Pascoli
Il gelsomino notturno
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolìo di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento...
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.