Novità editoriale poesia: Depurazione delle acque di Marco Malvestio
01.11.2013
![]() Depurazione delle acque
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autori: | Marco Malvestio |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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[...] trovo nuovo, toccante che (l’autore) non esiti ad attribuirsi «l’insincera tristezza/ del giovane tragico». «Insincera» non perché lui menta ma perché sa come gli è facile smentirsi e soccombere fra la liquidità dei mezzi di comunicazione in tempo reale e le rocce di «un Caucaso/ d’indifferenza».
Eppure Malvestio è sostanzialmente tragico. Un tragico colto che conosce Ovidio, la mitologia classica, il sogno estetico di Thomas Mann e la crisi della parola che stacca la poesia del ’900 dal passato: anche questa conosce, e si sente, ma è con fresche energie fantastiche che monta intorno al deludente spettacolo del mondo un favoloso scenario.
[...] del suo canzoniere a colpirmi è, più della ricchezza visiva, pittorica, la musicalità: la modulazione dei versi. Potrei dire: a convincermi di questo canzoniere è la musica. Libera, vitale, ricca di sorprese, di tagli e di prosecuzioni inattese, ora sublimista ora giù in picchiata sul duro reale.
dalla prefazione di Anna Maria Carpi
Nell’oceano dell’alba il mare si fa luce,
e assiso sulla riva contemplavo
una distesa di diamante distillato.
Me le bronzee colate sommergevano
dei tramonti quando muto il sole,
freddo il suolo, quando notte
si fa il mare.
Sibilava l’inverno, e sedevo
tacendo, assorto dalle mie rovine,
su sterminate distese di acque morte;
ma la doccia mi rovescia addosso un fiume
ardente e limpido come solo il sangue
sa essere, e sciacqua via ogni peccato,
paziente lava via ogni ricordo,
riscalda.
Gli Dei si manifestano nell’acqua.
dalla sezione Mare fecunditatis
Quanti oceani di sogni, quante ancora
pozze verdastre dove, coronati
di fiori di plastica, si annega
con un’occhiata sospirosa e spenta,
vuoi che attraversi con la forza del pensiero
per fare di nuovo delle tue labbra
il mio impero?
Ma approfittando di una notte senza luna
Ero permette che Leandro anneghi,
tanto l’annoiano oramai le commedie
d’amore, non si ride quasi più.
Forse ha passato troppo tempo sola,
aspettando il ritorno di un ricordo,
cercandolo nel buio.
dalla sezione Mare humorum
Teoria delle carni
I
È scivolato stanotte da sotto
la porta, furiosa imago mortis,
un orgasmo, un orgasmo, un orgasmo,
ma non sarebbe stata tanta tenebra
se almeno da nudo sapessi
(Dio queste atroci
velleità saturnine)
sfilare gli occhiali.
Mela spaccata del mio desiderio
(è timidamente mattina:
intravedo l’istante del tuo corpo
che il sangue mi muta in bisogno,
il pavone in ruota,
te stessa in precaria eternità)
vertiginosa sii, ti prego, eco
di disinvolte deità cannibaliche:
che ti canti o acrobazie lombari
produca a imitazione cosmogonica,
muta è la carne, e vana è la parola.
dalla sezione Mare serenitatis
L’immortalità
Scricchiola quest’angoscia strana
da morte per fame/ da scarpe nuove
(non so più bene),
mentre incalza da ogni lato
l’evidenza schiacciante delle smorte
luci dei bus in ritardo,
formalismi non più pertinenti,
spenti incroci di lingue stanche,
e un libro che poi non ho più letto,
né leggerò, grammofono
di rimpianti,
e la complicità
dei muri crepati,
l’amore a intermittenza,
i film americani,
sorrisi fuori rotta,
il the verde,
il divano,
e via discorrendo,
tutto gelido
come una perla
appiccicosa,
sto invecchiando.