Novità editoriale poesia: Il cielo tra le pietre di Pasqualina Deriu
![]() Il cielo tra le pietre
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autori: | Pasqualina Deriu |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Libro terrestre e corale, questo di Pasqualina Deriu, infatti la voce della poetessa pare si scandisca in una doppia dimensione sia orizzontale che verticale, assumendo persino una tensione liturgica, eco di una religiosità ancestrale eppure terrena che permea il sentire dell’autrice. La voce poetica, infatti, sale dai campi al cielo, unendo passato e presente, il suono della vita vissuta e il ritmo del respiro dei morti che però mai destano spavento, ma accompagnano la vita stessa, stando di fianco a ciò che accade. In questo percorso tra buio e luce, tra silenzio e lontane cantilene contadine, il libro trova un suo ritmo potente, divenendo anche eco di voci comuni: suono che porta in sé la memoria collettiva della gente che abita i luoghi di cui Pasqualina ci dà testimonianza, ovvero, le terre di Sardegna, qui evocate nella loro arsura, petrosità e isolatezza che è però anche sacralità arcaica e arcana.
dalla nota critica di Gabriela Fantato
dalla sezione IL VINO DEI SAGRATI
Era in agguato la figura
occhi di fuoco.
Lenzuola inzuppate
via vai concitato
parole bisbigliate
i volti contriti.
Che cosa chiedevi ai graniti?
Sul trespolo delle scale
pupille dilatate
orecchie in ascolto...
Novenare per danze invasate
per suoni di cembalo.
Si mesce il vino nei sagrati!
Biancheggia – la luna
il riso sottrae al maleficio
adorabile al dio – manda la pioggia.
Una volta uccidevano i padri.
Con i corpi sazi di terra
il pensiero ritorna
libera gli oggetti.
Dissepelliscono fuoco
dalle gelide ceneri
acqua – ostinati – acqua
altri favori il dio
qualche volta acconsente.
dalla sezione DIVINITA' TURBATE
Color argilla la figura
dal velo scuro le labbra
distillavano sangue.
Suoni emetteva irriconoscibili
lamento antico al cosmo indifferente.
Il bianco degli occhi cancellava
le pupille e non sapeva
dove lo sguardo posava.
Era lo strano ospite
che dondolando sulla sedia
attendeva sempre la fine!
Parla col vento
misura le miti sfumature.
Germoglia così il sogno del mondo.
La luce obliqua del crepuscolo
disegna lo sbattere del tempo
fissa il suo arco
sul punto di terra poco fermo.
Un tremito la sua crescita.