Novità editoriale poesia: La stella ostinata di Paolo Martino
16.12.2013
![]() La stella ostinata
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autori: | Paolo Martino |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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La raccolta è scandita in quattro sezioni omogenee tra loro: L’ora sospesa, Vibrati arcani, Dissipati incanti e Illusive dimensioni, i cui titoli (ripresi dai versi della raccolta) potrebbero già considerarsi una dichiarazione di poetica.
La poetica espressa dall’autore può essere definita neolirica, di una liricità fortemente ontologica. S’intravedono, in alcuni passaggi, sintagmi che, componendosi, producono venature neo-orfiche. Accentuato è il carattere di un dettato rarefatto che tende alla dissolvenza e alla visionarietà.
I versi costruiscono attraverso un ritmo fluido e serrato una forte densità metaforica e sinestetica. Icastico è l’uso frequente di un’aggettivazione “spiazzante” («i tramonti corrosi», «la nudità pensosa», «le mani autunnali», «il cielo insoluto»).
Tutti i componimenti sono senza titolo, elemento che ne aumenta la carica di mistero, sospensione ed evocatività.
Con questa matura opera prima il poeta raggiunge esiti veramente alti che fanno ben intravedere un percorso che attendiamo dalle prossime opere.
dalla prefazione di Raffaele Piazza
dalla sezione L'ORA SOSPESA
A stremati tramonti
numeriamo con passi fiabeschi
i percorsi di rive negate.
A lune solitarie
inesauste evochiamo dolcezze
care forme fingendo alle dita.
Nel silenzio dell’ora sospesa
ogni nome narrato all’attesa
è anatema e preghiera.
dalla sezione VIBRATI ARCANI
Nel silenzio di pietra
custodisci il dono e la condanna
di dipanare parvenze
oltre il prisma dei nomi.
Fedele ad un presagio
sola percorri analogia ed enigma
e segui il filo (o lo tessi?)
tra lacrima e luce.
Non chiami al tuo scrigno
complicità d’amante,
impotente a vibrare dei tuoi arcani,
alla mano che accoglie la tua mano
non chiedi
che parità di sogno.
dalla sezione DISSIPATI INCANTI
Ci smarrimmo alla conta delle attese
al gesto solitario dell’assenza.
La sequenza feroce dei risvegli
nella replica di albe lacerate
i tramonti dolenti di speranze
disincarnate fino alla preghiera
trafiggono l’agilità del passo
nudo un tempo alla danza del sentiero
caldo del sole di stagioni ignare.
Oggi indovino solo la tua ombra
dietro gli angoli nudi della stanza
cerco invano i miei giorni nel tuo sguardo.
Le mani che si sfiorano autunnali
da una distanza astrale senza sogni
sono il commiato ai dissipati incanti.
dalla sezione ILLUSIVE DIMENSIONI
Sezionati
dalle ascisse del tempo
scivoliamo
lungo le dimensioni illusive
del minimo universo
delle nostre esperienze.
Prigioniera
di coni luce
e orizzonti d’eventi
si sgretola l’ora
tra memoria ed attesa
scandisce la sequenza degli spettri
e detta il metro della dissolvenza.
dalla sezione L'AGONIA DEL RAGGIO
Nella serenità nera di stelle
trovava spesso asilo
la fuga dall’affanno.
Il vagare quieto
dello sguardopensiero
interrogava le costellazioni
i mondi persi nello spaziotempo.
La domanda riflessa
dalle ere profonde
tornava tramutata
nei racconti del raggio
era respiro d’astri.
Mi incantavo all’ascolto
fino al pallore dell’ultima stella
che durava a narrare
il suo riflesso fiaba
mentre intuiva l’alba
che l’avrebbe rapita.
Amavo quel sussurro
che si perdeva nell’ultima luce
e che all’ultima luce mi affidava
come la cara mano della nenia
che scivola dal sonno
della mano infantile.
Inversa ninna nanna
la dolcezza remota
di quella voce
al risveglio accompagnava il sogno.