Novità poesia: Daniele Santoro - Sulla strada per Leobschütz
![]() Sulla strada per Leobschütz
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autori: | Daniele Santoro |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Sulla strada per Leobschütz di Daniele Santoro è un libro che ha un centro tematico di dura, cupa potenza: il campo di sterminio e l’olocausto, che in questi versi appaiono nella loro brutalità fisica, nella loro violenza materiale, assoluta. Santoro si è documentato per scrivere, e riporta i testi a cui si è rifatto in calce al libro. Documentarsi per scrivere versi? Certo, questa è la sfida, la novità, la risposta etica all’insensatezza di tanto egocentrico e fatuo verseggiare di oggi. Anche la poesia fa i conti con la storia, con il buio della storia, e qui li fa con l’eclisse dell’umano nei lager del XX secolo, con la rievocazione delle cacce all’uomo, delle “marce della morte”, che dell’olocausto pure compongono il quadro di insieme. L’inizio e il suo tragico epilogo. […] È un libro epico ed etico.
dalla prefazione di G. Conte
Non dimenticare
voi non sapete un uomo che significhi
sfinito, sfilare nudo a passo militare
il piede congelato nel suo zoccolo di legno
malgrado la diarrea gli coli per le cosce
o gli dolorino i testicoli per un edema da digiuno
sfilare invece, addirittura correre
quando sarà il suo turno, non dimenticare
di togliersi il berretto, non guardarlo in faccia
il filosofo
dillo che sei un filosofo, un intellettuale
e che sai a menadito Platone, Plotino, Porfirio
e che hai insegnato ad Heidelberg, a Friburgo.
la tua chiara presenza al campo ci lusinga
un ccorno, Professore, un fico secco
delle tue irrefragabili elucubrazioni.
è bene che tu faccia un po’ esperienza
della realtà del mondo, di cosa lo governa
e di che è veramente fatta l’immanenza.
più convincente qui dei tuoi filosofami è il nerbo
di bue che stringe l’SS nelle mani
e il logos fa tremare, il nous, il nomos
e manda la tua metafisica a riposo.
anche i bambini
anche i bambini aspettavano la morte
intanto che aeravano le Camere
avevano i piedini congelati
e sotto le percosse delle guardie
le mamme si inchinavano a staccarglieli da terra
...
poi insieme entravano tenendosi per mano
la pazza sulla strada per Leobschütz
era poggiata a un tronco d’albero e cantava
stringendoselo al petto, ancora strofinandogli
la punta del nasino bianco
come la neve, come la sbandata
carovana dei morti (pure loro)
allora lei s’alzava in preda a gioia e diceva
«guarda, a mammina, guarda il carosello»
Daniele Santoro è nato nel 1972 a Salerno, dove si è laureato in Lettere classiche, e vive a Roma, dove svolge attività di docente nei licei. Collabora con testi poetici e di critica letteraria a riviste di settore,
tra cui «Caffè Michelangiolo», «Capoverso», «Erba d’Arno», «Hebenon», «Il Monte Analogo», «La Mosca di Milano», «Sincronie» e le statunitensi «Gradiva» e «IPR Italian Poetry Review». Ha esordito con la plaquette Diario del disertore alle Termopili (Nuova Frontiera, 2006).