Novità poesia - Luisa Pianzola - Una specie di abisso portatile
02.09.2015
Una specie di abisso portatile
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autori: | Luisa Pianzola |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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L’esito complessivo è una lingua poetica che, giocando su pesi e contrappesi, su eccessi e reticenze, tende all’equilibrio e, di fatto, lo raggiunge con naturalezza d’artista.
La lingua di Luisa Pianzola è zeppa di situazioni fluide, sospese tra senso e non-ancora-senso. Direbbe il tecnico: è zeppa di situazioni produttive. È lingua viva, insomma. Vivissima. Ancora in fieri, in evoluzione permanente. Dove l’“espressività prevale sulla mimesi”.
Ho già definito Luisa Pianzola autrice antinarcisista e disforica come pochi. Questo libro, adesso, sembra confermare tutto.
dalla postfazione di Mario Santagostini
La falciatura di Lévin
Che dolore, questa orizzontalità
questa salma allungata a parole senza scopo
se non un aumento di serenità
che tocchi almeno le tue ciglia d’infante.
Patti non ce ne sono nel dirottare
continuamente il viaggio.
Perderemo per sempre questa sonda
l’essere soli di una solitudine matta
il vuoto succhiato da miliardi di cannucce
di bibite dissetanti.
Non so dirlo, padre solitario che avanzavi
nel niente che ti inchiodava al compito,
al tarlo che predica a bassa voce.
Quanto dolore perso, quanto perduto
lo sgomento che impegna.
Uno speleologo incattivito e guardingo
pieno di cuori altrui e beato.
E mai più queste pagine care.
Miniserie
1
Sei un uomo amato da molti
lo hai capito fin da piccolo e ti sei messo
sul mercato. Ne hai tratto profitto
dai tredici anni in su. Le donne ti cercano,
ti richiedono. Tu spesso ti dai un voto: otto.
Sei una donna benvoluta e ammirata.
Nel mercato rionale della tua città,
ma anche in quelli di Milano, al tuo passaggio
non è che ti calpestino, ti fanno largo come
a una qualunque signora con prole e altri requisiti.
Tra l’altro hai una struttura fisica
più che decente: il tuo punto forte sono
culo e gambe. Lo sai dalla seconda media,
ma non hai mai smesso di confezionare ricerche
scolastiche mettendoci il massimo dell’impegno.
Per un certo periodo, durato parecchio in verità,
hai piombato le tue doti fisiche in una foiba
esistenziale che pareva senza rimedio.
Ma il rimedio è stato trovato.
Le cartucce residue sono nell’ultimo cassetto
del mobile in soggiorno.
2
Ti dice: sei ancora bella, ma forse non puoi più
darmi un figlio, e io ne ho all’improvviso
un bisogno pungente.
Gli dici: andiamo e facciamo, comperiamo.
Il calendario ha tutti i mercoledì rossi,
soprattutto quelli vicini alla fine dei mesi.
Tra poco salteranno giù dalla pagina e partiranno
per un viaggio di sola andata. Non te ne devi dimenticare,
soprattutto di quelli vicini alla fine dei mesi.
Ti dice: andiamo e facciamo. Acquistiamo.
I figli, se non li puoi fare, si acquistano.
Si prendono una vagina amorevole, un utero
ancora più amorevole e si compila il bonus.
3
I bimbi sono nati. C’è una scheda nuova di pacca
per le loro individualità. Fratellini e sorelline
in girotondo nel cortile dell’Opera. Bianchi e marrone
chiaro, il coro degli insegnanti ragazzi li elettrizza.
Abbiamo messo le culle vicino alla finestra
perché possano vedere e sentire già da ora.
Nel loro silenzio di occhi piccini, nel loro vagare
con lo sguardo già da ora.
Mandiamo avanti loro perché ci sia qualcuno
che si nutra con avidità e sviluppi in santa pace
ossa muscoli e organi vitali.