Novità Poesia: Marco Balzano - Mezze verità
![]() Mezze verità
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autori: | Marco Balzano |
formato: | Libro |
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Basterebbe il prologo, cos’è poesia, mi chiedo mentre passano le età, per comprendere la complessità – anche strutturale – di questo nuovo libro di Marco Balzano, uno dei pochi scrittori italiani che osino confrontarsi con la poesia, la narrativa e la saggistica letteraria, e lo facciano sentendosi ogni volta – con pienezza, e senza pregiudizi – poeti, narratori, saggisti.
I temi del libro sono già tutti apparecchiati nello spazio minimo di queste due prime strofe: il tempo che passa – struggente e misterioso – con i suoi atti mancati, i suoi frantumi invisibili; la natura, leopardianamente matrigna, eppure così fascinosa, ineffabile nella sua dura, forse ironica indifferenza; il male del mondo, questa presenza inquietante che si sprigiona dalla bellezza stessa delle cose e di cui siamo spesso, pur nell’inconsapevolezza, responsabili; il senso stesso della poesia, sismografo della vita, dalla quale ci attenderemmo verità definitive, scolpite nella pietra, e che invece, proprio come la vita, sembra limitarsi soltanto a mezze verità, anzi – per restare alla variante, rispetto al titolo, del testo d’esordio – un’unica «mezza verità»...
dalla presentazione di Giancarlo Pontiggia
***
cos’è poesia, mi chiedo mentre passano le età.
Questo glicine azzurro rovinato dalle api in amore
questo colore di caffellatte sulle facce degli amici
la ruga dolorosa sulla fronte nelle sere serene.
Forse sì eppure certi giorni no, che a guardare
le cose rotte dalla polvere e dal silenzio
sembra anche il contrario di ieri,
non passaporto di felicità, non assenzio
non pensieri seri, solo, forse, piuttosto,
mezza verità.
dalla sezione PRIMA PERSONA
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mi sono disteso a pancia in giù sul marciapiede
a guardare la formica che ha famiglia laggiù in fondo.
Dispersa gira su stessa e come un universo le sembra
quel tratto che si fa in tre passi.
Rialzo le ginocchia e mi penso anch’io
in questa faccenda delle relazioni.
Se dio per caso esiste e ora mi guarda
che gli parrà questo pugno di case
questo incrocio smilzo di strade ai margini
che dopo tutti gli anni che mi annodo in tasca
mi sembra ancora una mappata di deserto,
un labirinto da cui non si scappa?
dalla sezione ATTRAVERSO ALTRE ESISTENZE
***
sfogliando le pagine spesse dell’erbario
pensavo che quelle foglie
in un tempo che non conosco
si cuocevano al sole inghiottivano
aride acqua nei giorni d’agosto
assalite come me dagli istinti illogici
dell’amore...
ora rimangono sole
come in un silenzio profanato di morte
sembrano adesso soltanto parole
di una pagina a caso
mai arrivate alla vita davvero
mai capaci di crescere al sole.
dalla sezione POESIA COME TESTIMONIANZA
***
la tabaccaia era un’amica del nonno,
giù a Barletta. Deportata nel ’43 perché qualche suo
parente, forse degli zii, erano ebrei.
L’aveva vista l’ultima volta il giorno prima di emigrare,
scavata sotto gli occhi, spenta nel silenzio.
«Non ci siamo più rivisti, nonostante tutti
questi anni di MS...», disse lui cercando di sorridere.
Lei lo salutò col capo, poi, quando era già
sulla porta lo richiamò un momento
«La domenica ci buttavano sulla mano
una noce di burro rancido. Lo mangiavamo
piano piano e leccavamo il palmo
una volta sola. Il rimasuglio si spalmava sulla fronte
per provare a sfidarli fino in fondo.»
dalla sezione FINE PRIMO TEMPO
***
al cartello “caduta massi” nemmeno ci badavo
camminando tra la polvere raccoglievo
pietre e le tiravo ai passeri, lanci acuti
che si seguivano persino in controluce.
Tutta la saggezza che giorno dopo giorno
ho guadagnato è solo la prudenza di filare
dritto a casa con le mani appese in tasca
facendo attenzione a destra, a sinistra,
a ogni cosa in cui si inciampa
le buche, le vipere, le nuvole di marzo.
E la pietra, la pietruzza qualunque
che rotola sorda giù dalla schiena,
se è lei quella balorda che precorre la frana.