Novità poesia: Margherita Parrelli - Falling down
15.05.2014
![]() Falling down
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autori: | Margherita Parrelli |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Questo libro ha una segreta condizione di fondo: il rifiuto di ogni forma di rinuncia, possedendo invece una condizione che la costringe quasi a un continuo ripartire da capo, non per un semplice procedere di ripetizione in ripetizione, ma perché quello detto una volta non è detto per sempre e lo stile totalmente confessionale è in qualche modo il segnale di un procedere “ingenuo”, quasi come continua richiesta di chiarificazione. La totale assenza di punteggiatura è la scelta stilistica in grado di significare il desiderio di non interruzione del discorso, perché l’urgenza del dire richiede una totale continuità, una poesia ininterrotta, in una struttura essenzialmente poematica, che alle volte si affida alle parole poeticamente più “disarmate”, quasi a domandarsi della loro possibilità di sopravvivenza, nostalgia, forse, di un tempo che le aveva permesse.
dalla prefazione di Piero Marelli
Avrei voluto restare abbarbicata a te
nottetempo
oltre l’albero di mimosa poco prima
che sboccino i fiori di fine gennaio
come un sacco abbandonato nel sottopassaggio
neppure gli idranti della nettezza urbana
sono riusciti a cancellare il suo nero
penetrato fin sotto le unghie
con l’orgasmo perso sotto lo spruzzo dell’urina
come una madre appesa alla morte
ha nascosto nello zaino la partenza
il mandarino la borraccia il fazzoletto
per pulire la faccia stordita senza pensare
alle lacrime che non riusciranno a versare
come una vecchia incartata nei biglietti
forte dei giorni passati e non di quelli a venire
sgocciolante un sorriso-riga-rossa-di rossetto
riscalda il brodo nell’acqua perché basti fino a sera
Se conoscessi la mia tristezza
ne avresti pietà e verresti
a stringermi nelle notti
di solitudine la pelle infuocata
senza silenzio benedetto
lasciata scoperta dalle comete
e non so a quale astro si sia attaccata
la vita l’arcaico a cui tornare
sottostante il monte dei cocci
invece continui a portare fiori
al palo di metallo malamente infilzato
nell’asfalto inclinato verso il muro romano
come se l’anima fosse rimasta impiccata
all’altezza dei fumi del traffico dopo lo schianto
e ignori la sedia di legno e paglia che ho portato
perché tu venga a sederti e porre fine alla caduta
lo sguardo oltre il cobalto
le spalle contro il riverbero sulla roccia
Sto cercando di incontrarti da tempo
hai detto sul primo gradino di una pietra
calcarea che da secoli aveva cominciato a
sbriciolarsi come il pane a colazione
tra le dita nervose o annoiate
è una questione di prospettiva di stato d'animo
di rigurgiti del tempo che ci investe
sei andata a trovare il cielo sulla cima più alta
e nel tramonto hai cominciato il tuo salto dove l’uomo
sapeva solo scavare per costruire
e pregare era un atto di radicamento alla terra
se ne fossi stata capace avresti preso il volo
con il primo rapace avvistato sulla vetta spoglia
perché anche la talpa ha bisogno della luce
per chiudere gli occhi e a volte non resta che
aprire i palmi con il vento e guardare
la polvere rossa andare via tra le dita
senza averla raccolta prima né tentato
di trattenerla un attimo di più ’