P. Lezziero per C. Bondì
![]() La baia immaginata
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autori: | Claudio Bondì |
formato: | Libro |
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La Baia Immaginata
Claudio Bondì
Poesie 1988 – 2010
Regista e autore di cinema, giovanissimo collaboratore del mitico Rossellini, dentro i suoi versi c'è l'indicazione del sentiero della poesia asciutta e rapida di Eugenio Montale,( da lui ricordato in questo volume) con i riferimenti al suo mare di Liguria e alle sue immagini. Pare in attesa,il vento/tra le vele: medita l'appuntamento /come l'innamorato trepido/ all'amante che sopraggiunge. Oppure ...Tra l'esile barriera/degli scoglietti/ e il tratto sabbioso/ sul bordo...
Il mare è come la vita e la sua problematica esistenziale. Dentro ci sopravvivono piroscafi, golette e bastimenti, ma ciò che immediatamente colpisce l'attenzione di Claudio Bondì è il pigro natante/ che attraversa il golfo,senza bussola o meta./: Questo lo ami,/ umile minore di tanta specie, perchè l'orgoglio della sua prua /al destino della tua/sorte assomiglia...
Il simbolo del natante che si muove nelle trappole tese nella società dove ci sforziamo di vivere è l'allegoria dell'umanità alla scoperta di una meta personale difficile da raggiungere, bloccata dagli scogli e da imbarcazioni - simbolo molto più invasive e determinate nella ricerca del meglio e del più, del potere e dell'avere a tutti i costi.
Questa raccolta delle sue poesie, dal 1988 al 2010, è appunto un bilancio della sua navigazione, calcolando il tempo che gli resta , perché questa è l'attesa, il vaticinio e il fine, fuori dalle metafore...
Ovviamente ci sono immagini positive e vitali, come il gioco a calcio dei ragazzi sotto la sua finestra, o quella di una persona nell'ingresso appartato/nel luogo che fu / la nostra culla/ dove ti vide agli occhi miei/ fanciulla,/schiudere la passione / al semplice contatto / di un sorriso.
Si trova poi l'omaggio alla materia prima di ogni autore, la parola, che avanza come olio su pane,
che è il testo da stendere su carta e da tirare fuori, che spesso è sfocata , già persa nell'attesa e nella traccia d'un ben più grande e inascoltato grido.
Da buon regista le immagini delle sue poesie sono sempre ben curate e luminose, precise, e si leggono come proiettate da una macchina da presa. Il cui motore è dato e sostenuto da quello che l'autore ha accumulato con ordine dentro di sé. Questo volume è il mezzo dell'azione che porta allo schermo ventidue anni di esperienze come autore di film, scrittore di racconti e poesie, insegnante universitario. E soprattutto come uomo con le sue scelte e le sue passioni.
Paolo Lezziero